Sì alla Buchmesse di Francoforte in nome dello scrittore ignoto

Mi sta venendo una mezza idea di andare alla Buchmesse, la fiera del libro di Francoforte, la più importante d’Europa.
Qualcuno sorriderà “eh, bella forza. Ci vai perché a settembre esce il tuo romanzo tradotto in spagnolo”. Mica vero. Nel senso che sì è in programma che a fine estate esca la prima storia di José Cavalcanti (‘Il profumo dell’ultimo tango’) tradotta in spagnolo e diffusa in SudAmerica, ma il motivo galeotto non è questo. Vabbé, sì, vero è anche che l’Italia è l’ospite d’onore della splendida fiera che si tiene a Francoforte sul Meno dal 16 al 20 ottobre.
Ma il vero motivo della mezza idea è un altro.
È perché Roberto Saviano non ci va. Cioè, non va un grande autore e a me piacerebbe rappresentare tutti gli altri, piccoli ed emergenti, sognatori e visionari, ma anche sfigati e introversi, timidi e impacciati, finanche pippe e scarsi, che non vanno e che mai andranno ma continuano ad alimentare un settore che vive di forte autoreferenzialità, cerchi magici e club privè.
Facciamo però un po’ d’ordine.
L’autore di ‘Gomorra’ è stato escluso dai 100 della delegazione chiamata a rappresentare il gotha nazionale, quindi molti altri colleghi hanno deciso di boicottare l’evento, non andandoci. Il commissario straordinario del Governo per la Fiera del libro di Francoforte Mauro Mazza è stato chiaro su la Repubblica: «Saviano non c’è perché non è stato invitato. Tra i criteri che ci hanno ispirato nella scelta degli autori da un lato c’è stata la volontà di dare spazio alle altre voci possibili e dall’altro presentare autori con opere integralmente originali». E allora voilà un mix tra autori e affermati e interessanti voci nuove, comprese quelle provenienti dal mondo del noir e del romance, che primeggiano a livello commerciale. Ma gli scrittori top amici di Saviano non ci stanno, troppo debole è la giustificazione.
E così monta feroce la polemica. Sandro Veronesi e Francesco Piccolo hanno fatto sapere che non andranno alla Fiera del libro di Francoforte. Dacia Maraini e Erri De Luca sono un po’ spiazzati da questo clamore, vorrebbero andare ma si piegherebbero eventualmente anche alla decisione della maggioranza degli scrittori no-Francoforte. Anche Maurizio de Giovanni è rimasto basito per l’esclusione di Saviano, al pari di Paolo Giordano e Nicola La Gioia, mentre altri non nascondono che la polemica non li appassiona, come Gianrico Carofiglio mentre adorabile è Vivian Lamarque, fresca vincitrice dello Strega sezione poesia: “già non si parla di poesia se non ci vado è come oscurarsi da soli” è la traduzione della sua dichiarazione a la Repubblica.
Va detto che gli inviti agli scrittori partono da editori e agenti. Evidentemente tutti si sono dimenticati di Saviano. Tranne il direttore della Buchmesse, Juergen Boos, che per rimediare alla figuraccia dell’intero movimento editoriale italiano ha invitato direttamente lui Saviano. Come ha invitato Antonio Scurati, anche lui non incluso nei 100 della delegazione italiana.
Io invece non polemizzo con nessuno e non solidarizzo con Saviano (o Scurati): sosterrò e rappresenterò lo ‘scrittore ignoto’ varcando la soglia della Buchmesse da scrittore clandestino.

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