Storie alla carta: un tascabile da gustare

Ecco ci siamo. Quei profumi, colori, sapori di pietanze e piatti tipici ora sono anche gioia per gli occhi e il cuore. Infatti, si è concluso il percorso del premio narrativo Storie alla carta, bandito dall’associazione Eureka, col patrocinio della Regione Lazio. Sono stati selezionati 10 racconti tra i più meritevoli che hanno così trovato collocazione nel tascabile.

Ecco ci siamo. Quei profumi, colori, sapori di pietanze e piatti tipici ora sono anche gioia per gli occhi e il cuore. Infatti, si è concluso il percorso del premio narrativo Storie alla carta, bandito dall’associazione Eureka, col patrocinio della Regione Lazio.
Sono stati selezionati 10 racconti tra i più meritevoli che hanno così trovato collocazione nel tascabile che verrà distribuito tra ristoranti e trattorie, compresi eventi culturali a tema enogastronomico, in modo da ‘educare’ il pubblico alla tavola genuina e autentica, mettendo all’angolo gli innumerevoli tentativi di clonazione internazionale che subiscono i nostri prodotti tipici, oggi messi ulteriormente a repentaglio anche da aggressioni innovative come la carne sintetica e la farina di grillo.
“Così quando al ristorante si è in attesa del cameriere e del menù di solito siamo abituati ad armeggiare il cellulare, a cliccare sui social network, a visitare i siti web per le ultime news, a scrollare tra le varie app come se il telefonino fosse diventato una prosecuzione naturale della nostra mano. Noi proviamo con questo tascabile, dal titolo ‘Storie alla carta’, patrocinato e sostenuto dalla Regione Lazio, a riempire non il vostro stomaco ma il vostro tempo d’attesa, raccontandovi magari la nascita della pasta alla carbonara o una sfida tra polentoni in regioni esotiche, o un rapporto conflittuale tra genitori e figli mitigato dalla preparazione di un piatto, o i ricordi dell’adolescenza di uomini ormai adulti o l’esaltazione di una tipicità come il tortolo”: questa è la prefazione all’istant book che ha scritto Luca Martinelli, presidente dell’associazione.
Infatti, il cibo, sin dagli albori dell’uomo non è stato soltanto fonte di sostentamento ed energia ma ha anche rappresentato una cultura di un dato territorio, mentre proprio l’evoluzione dell’essere umano era in atto. Così, nel corso del tempo, l’uomo proprio attraverso i piatti che prepara, che crea, che consuma, forma una determinata identità culturale, dovuta ai diversi fattori ambientali, geografici, storici, economici e nutrizionali che nel corso degli anni e dei secoli caratterizzano la cultura stessa.
Esatto: profumi, colori, tatto. E gusto. Ecco, l’idea di questo concorso di narrativa non è nata soltanto per celebrare le tipicità regionali ma anche per esaltare quelle linee di sapori che oggi fanno così tanto contrasto con i suggerimenti avallati dalla Ue in tema di farine, come quelle ricavate da grilli e larve. E non solo, prodotti tipici, quelli italiani, unici nelle loro peculiarità regionali, che andrebbero tutelati come patrimonio dell’umanità come avviene per la Dieta mediterranea, invece assaltati e aggrediti da prodotti fotocopia di produttori che non si fanno scrupolo di immettere sul mercato specialità adulterate e contraffatte.
Ecco, appunto, il cibo è cultura e identità. Così i dieci autori selezionati, tra cui anche scrittori porofessionisti, come Giorgio Bastonini, Gaudenzio Vannozzi, Gino Incerti, Laura Cugini, Valeria Restante, Guido Marcelli, Susanna Boccalari, Daniele Rondinelli, Roberta Colazingari. Dante Taddia hanno espresso con la loro sensibilità quei racconti che vanno dal tortolo di Terracina alla polenta, ai cocomeri dell’Agro Pontino agli orari di colazione e pranzo cui sono soggetti gli stranieri, la pizza bianca, gli strascinati di Monteleone, la pasta alla carbonara e quella fatta in casa, rigorosamente a mano, e così via con una esaltazione di tipicità che fa respirare atmosfere laziali e di bell’Italia mai dimenticate, come i sapori.

“Ebbene, con questo agile tascabile che stringete tra le mani, magari troverete di nuovo quel piacere della lettura, tuffandovi in qualche antica ricetta della tradizione enogastronomica del Lazio e della bell’Italia, così ricca di ricette buone e differenti.
In questo modo potrete trascorrere quei minuti che vi separano dalla scelta dei piatti leggendo dei racconti con a tema, chissà, proprio quello che vorrete ordinare nel ristorante in cui siete seduti proprio in questo momento. O magari, non conoscendo quel piatto, vi verrà voglia di ordinare quella pietanza descritta e che forse non conoscevate nemmeno” è l’augurio di Martinelli.

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