Le bianche spiagge di Rosignano Solvay

Rosignano Solvay è la frazione più popolata del comune di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno; situato a circa 25 km a sud da Livorno, conta circa 16.000 abitanti, diventata famosa per le sue spiagge bianche. Inquinate.

Rosignano Solvay è la frazione più popolata del comune di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno; situato a circa 25 km a sud da Livorno, conta circa 16.000 abitanti.
Il punto di svolta si ebbe all’inizio del Novecento, con l’apertura della linea ferroviaria Livorno-Vada-Cecina (1910) e l’accresciuto interesse per la tratta costiera di Castiglioncello. Nello stesso periodo, in queste zone due fratelli di origini belga, Ernest e Albert Solvay, andavano in cerca di un appezzamento di terreno dove far sorgere la loro fabbrica. I due si interessarono dapprima alle località limitrofe a San Vincenzo, per la loro posizione più vicina alle cave calcaree di San Carlo. Dopo il rifiuto da parte della comunità l’attenzione cadde proprio sulle campagne di Rosignano. I due si accorsero che il territorio poteva offrire buona materia prima, soprattutto a causa di affioramenti di acqua salmastra che rilasciava sul terreno il salgemma, rivelatosi poi fondamentale per la produzione industriale.

Ernest Solvay decise quindi di costruire a Rosignano uno stabilimento per la fabbricazione della soda. I lavori iniziarono il 17 settembre 1913 con la posa delle fondazioni. Presto la costruzione dello stabilimento si rilevò di grande attrattiva per le vicine realtà urbane, tra le quali Livorno, che procurò personale tecnicamente qualificato, ma anche per i paesi collinari, che offrirono manodopera a buon mercato. Prese così il via la trasformazione del litorale del comune di Rosignano Marittimo. Nel 1917 intorno alla fabbrica si era creato un vero e proprio paese, che venne chiamato Solvay Rosignano, a riconoscimento dei fondatori della fabbrica stessa. Negli anni precedenti allo scoppio della prima guerra mondiale, il paese si espanse, creando quello che è conosciuto come il Villaggio Solvay, che prevedeva l’estendersi di aree verdi, che comprendevano verde pubblico e verde privato, viali alberati e i veri e propri parchi che circondavano le residenze dirigenziali, alternarsi alle abitazioni e alla struttura urbana, che differenziava (ancora oggi è tratto distintivo) Rosignano dagli altri insediamenti della Maremma Toscana. Questa frenetica espansione però ebbe una brusca frenata quando l’Italia scese in guerra, infatti durante questo periodo tutto si ferma fino al 1920. In questo periodo vi fu un incremento notevole della popolazione, ma soprattutto del complesso abitativo, che è diviso dalla ferrovia, vede estendersi una parte a mare sulla via Aurelia, fino a Monte alla Rena, una parte invece vicino alla fabbrica. Nel 1923 Solvay Rosignano, dietro richieste della società belga, divenne a tutti gli effetti una frazione del comune.

La fabbrica e il villaggio furono ampliati nei decenni seguenti. Tra il 1922 e il 1938 la società realizzò anche spazi per lo svago comunitario costruendo ad esempio gli stabilimenti balneari, tra i quali il più grande e ancora oggi in uso, il circolo ricreativo Solvay, destinato dapprima solo agli ingegneri e dirigenti Solvay, poi aperto anche agli operai. Questa iniziativa fu attivata anche perché si vide incrementare la tendenza di passare le vacanze al mare, che poi avrà il suo boom negli anni sessanta. Nel 1923 alcuni gruppi di case operaie furono costruite oltre la linea ferroviaria, verso la costa; successivamente si lavorò anche al potenziamento dei servizi. Nel 1936 il paese ricevette l’attuale denominazione di Rosignano Solvay. La frenetica attività edilizia degli anni subito precedenti al 1940 conferì alla cittadina industriale l’immagine attuale: i viali, l’alberatura, i lotti squadrati, gli orti, l’architettura, le pinete, fanno parte di un disegno generale che caratterizza l’intero agglomerato urbano affermando il tipico “stile Solvay”.
Negli anni, la presenza dello stabilimento ha tuttavia causato l’inquinamento del tratto di costa situato a sud dell’abitato. Le cosiddette Spiagge Bianche sono infatti formate dagli scarichi dell’adiacente industria chimica; per il 90% è calcare cotto e finemente tritato e per il 10% circa cloruro di calcio. Queste spiagge assomigliando molto alle spiagge tropicali, attirano, nella stagione estiva, numerosissimi turisti. Il sito, secondo l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente), è tra i 15 tratti costieri più inquinati del Mediterraneo.

Nel 2010 è stata definitivamente ultimata l’eliminazione del mercurio dal ciclo di fabbricazione Solvay a seguito della conversione, avvenuta a partire dal 2008, dalla tecnologia con celle di mercurio alla tecnologia con celle a membrana per l’elettrolisi del cloruro di sodio. Prima conseguenza è la cessazione completa dello scarico a mare del metallo, anche se rimangono nei sedimenti oltre 500 t di mercurio accumulatesi nel corso degli anni.
L’insediamento sorto attorno allo stabilimento Solvay costituisce una vera e propria città giardino; infatti, il cosiddetto stile Solvay, che si percepisce percorrendo le strade della frazione, è dovuto non solo alla scelta degli stessi tipi edilizi, ma anche alla regolare scansione planimetrica dell’abitato, percorsa da ampi viali alberati. Legata alla realizzazione del villaggio è la costruzione di una serie di edifici di spicco, quali la stazione ferroviaria (1916), il Teatro Solvay (1921), la chiesa di Santa Teresa (1931) e il più tardo Circolo ricreativo I Canottieri (1939).

Il lungomare, ove insistono diversi stabilimenti balneari, si estende da Castiglioncello, a nord, fino alla terrazza delle Quattro Repubbliche Marinare, a sud, costituendo una suggestiva passeggiata che, partendo dagli scogli della baia del Quercetano e oltrepassando il porto di Cala de’ Medici, conduce fino al porto del Circolo Canottieri Solvay e alla costa bassa e sabbiosa delle Spiagge Bianche. Presso le Spiagge Bianche, più precisamente presso il Lillatro, la comunità di Rosignano ha eretto un cippo in memoria di uno dei grandi personaggi della resistenza livornese che perse la vita per mano dei Tedeschi proprio su questa spiaggia, Oberdan Chiesa.
Il centro industriale di Rosignano e i siti di Ponteginori e San Carlo garantiscono oltre 1500 posti di lavoro (2010), esclusi i lavoratori dell’indotto. Il parco industriale attuale non si limita alla sola Solvay, ma ospita insediamenti di GDF Suez e Ineos. Tutti gli impianti produttivi hanno ricevuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale dagli enti preposti.

Ad oggi la produzione industriale è concentrata sulla produzione di: carbonato di sodio, bicarbonato di sodio anche per uso farmaceutico, cloruro di calcio, cloro, acido cloridrico, clorometani, materie plastiche, perossido di idrogeno (acqua ossigenata). L’industria è dotata di due centrali a turbogas per la produzione di energia elettrica della potenza di circa 450 MW cadauna. È allo studio la costruzione di un gassificatore di metano che comporterebbe l’allungamento dell’attuale pontile Solvada dove attraccano le navi etileniere per scaricare l’etilene liquido, prodotto necessario per la fabbricazione del polietilene (plastica), dagli attuali 1800 metri a 2200, per poter fare attraccare anche le navi metaniere che porteranno il metano liquido a -161 °C dando luogo volendo ad una vera e propria fabbrica del ghiaccio, gas tecnici e alimentari surgelati.

Da gennaio 2010 è in funzione il nuovo impianto, EOLO, che introducendo nuove tecnologie per la produzione di bicarbonato di sodio ha aumentato la capacità produttiva dell’80% da 155000 tonnellate annue a oltre 265000.

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