La libertà e la paura di Easy Rider

L’epico viaggio in moto con Peter Fonda, Dennis Hopper e Jack Nicholson è un cult movie per chi ama vivere libero senza convenzioni e omologazioni.

«Più di ogni altro, quel film ha cambiato completamente l’idea per le corporation di che cosa fosse un film di successo, cioè che dovesse avere successo tra i giovani.» Dietro le parole di George Lucas ecco svelato il grande successo nel tempo di un film cult come ‘Easy Rider’. Easy Rider – Libertà e paura (Easy Rider) è un film del 1969 diretto e interpretato da Dennis Hopper (Billy); con Peter Fonda (Wyatt, detto “Capitan America”) e Jack Nicholson (George Hanson); narra il viaggio attraverso gli Stati Uniti d’America da Los Angeles alla Louisiana di due motociclisti sui loro chopper, in totale libertà. Nel 2012 è uscito il prequel Easy Rider: The Ride Back.
Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito all’ottantottesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito all’ottantaquattresimo posto.
Film molto importante, si inserisce nel contesto culturale del sessantotto, cultura di controtendenza e voglia di evasione – libertà da una piatta società medio-borghese. Il tema del viaggio percorre e traccia le linee generali del film: da molti critici è infatti considerato il road movie per eccellenza ed è indubbiamente il film su due ruote più celebre in assoluto.
Il film esprime chiaramente la cultura del mondo hippie di fine anni sessanta: i protagonisti sono malvisti dalla gente comune per il loro aspetto, il loro modo di vestire, di vivere e di comportarsi, pur essendo persone non violente che vanno per la loro strada senza creare fastidi. Particolarmente apprezzata la fotografia e i relativi paesaggi, in particolare le ambientazioni nelle zone desertiche del Sud statunitense, che restano impresse negli occhi dello spettatore; da segnalare anche le immagini psichedeliche, tipiche del periodo, durante la visita di New Orleans.
Importante anche la colonna sonora, composta da canzoni rock del periodo fine anni sessanta (soprattutto la celeberrima Born to Be Wild degli Steppenwolf), diventata un disco di grande successo che si tramanda tra le generazioni. Molti dei brani della colonna sonora sono stati raccolti nell’album dei The Byrds Ballad of Easy Rider.

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