Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è che in Italia oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9% del totale) secondo l’Ispra hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense. Nel 2022 si sono verificati lungo la Penisola una media di 8,8 eventi estremi al giorno con vittime e danni incalcolabili secondo l’analisi della Coldiretti su dati Eswd. Per effetto delle coperture artificiali il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosità idraulica del territorio nazionale secondo l’Ispra.
Per questo – continua la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. La perdita delle campagne pesa anche sull’approvvigionamento alimentare del Paese in un momento in cui peraltro l’incertezza e la guerra sta provocando difficoltà negli scambi commerciali favorendo le speculazioni. “Occorre però accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.