Il ministero della transizione figlio della natura o della politica?

Nasce il ministero della transizione ecologica. Un dicastero per salvare e tutelare la natura in Italia o un compromesso all’italiana per convincere i cinque stelle a sostenere il governo di Mario Draghi?

Il Ministero della transizione ecologica è un ministero del governo italiano, creato nel 2021 per la trasformazione del sistema produttivo verso un modello più sostenibile, che renda meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia, la produzione industriale e lo stile di vita delle persone.[1] Da febbraio 2021 è presieduto da Roberto Cingolani.

Il ministero è nato il 12 febbraio 2021, come chiave per fare entrare il Movimento 5 Stelle nella coalizione governativa di Mario Draghi dopo la caduta del Governo Conte II.[2] Il ministero emerge dal dipartimento per la Transizione ecologica e gli investimenti verdi, che faceva parte del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare guidato da Sergio Costa.

Il primo incarico previsto per il ministero, è la responsabilità di gestire parte dei fondi che arriveranno all’Italia attraverso il Recovery Fund[3], il strumento di aiuti dell’Unione Europea per rilanciare gli stati membri dopo la crisi dovuta alla Pandemia di COVID-19. Per accedere ai fondi del programma Next Generation EU, è necessario che un Piano nazionale di ripresa e resilienza sia in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.[1] Il Piano approvato dal Governo Conte II, diviso in sei «missioni», prevede l’inclusione di una missione ‘rivoluzione verde e la transizione ecologica’,[4] e la tutela di questa missione diventerebbe e previsto come primo incarico principale del nuovo ministero.

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