Calcio e narrativa nell’antologia Cuore di cuoio: appuntamento lunedì 28 a Latina lido

L’antologia ‘Cuore di cuoio’ verrà presentata a Latina Lido lunedì 28 giugno alle 19 presso Gelatilandia. I curatori Nicola Procaccini, eurodeputato, e Gian Luca Campagna, scrittore, ci spiegheranno come il calcio può riuscire a unire l’Europa.

Il calcio come fenomeno sociale, come voce che lega i popoli, che ci fa gioire e disperare in un solo battere di ciglia. Un fenomeno inspiegabile, perché è un coacervo di pensieri e azioni che resta confinato nella franchigia delle emozioni. Ma proprio per questo il pallone unisce le genti in modo istantaneo in uno straordinario gioco festoso rappresentato da un torneo come gli Europei. Un’idea che ha trovato la strada in un progetto editoriale, confezionando un’antologia dal titolo ‘Cuore di cuoio’ (pp 200, Omicron), sostenuto dalla Comunità Europea. L’antologia è uscita il 10 giugno in allegato col quotidiano Latina Oggi e verrà presentata al pubblico per la prima volta lunedì 28 alle 19 presso Gelatilandia a Capoportiere a Latina Lido dai suoi due curatori, il deputato europeo Nicola Procaccini e il giornalista e scrittore Gian Luca Campagna, moderati dal giornalista Fabio Benvenuti. Sarà la prima giornata della rassegna ‘Libri d’aMare’, che terrà compagnia ai turisti di Latina lido per buona parte dell’estate.

“L’idea di confezionare un’antologia sul calcio europeo, sui vizi, difetti, virtù, sogni e delusioni dei popoli europei, è nata attorno a un caffè seduti attorno a un tavolino di un bar al porto di Terracina prima che scoppiasse la pandemia, l’abbiamo maturata insieme, io e Nicola Procaccini, eurodeputato e giornalista, nonché un grande appassionato di calcio (è stato anche portiere dei tigrotti in serie D, ndc) – racconta Gian Luca Campagna, giornalista e scrittore, qui nella veste di coordinatore del progetto sbocciato con la sua agenzia di comunicazione, la Omicron -. Tant’è che l’idea è nata così tra me e Nicola: perché non confezionare un’antologia dove gli scrittori si sarebbero cimentati a raccontare storie con protagonisti gli spaccati di tutti quei Paesi che si erano qualificati alla massima competizione calcistica continentale? In nome di un ideale di amicizia e fratellanza dove lo sport, il calcio in particolare, ha una grande importanza, dato che è uno straordinario veicolo di pace. Non ci sono mai stati tentennamenti o dubbi durante questo percorso editoriale, seppure abbiamo entrambi dovuto superare una visione manichea innata: io sono un fervente osservatore del calcio giallorosso mentre lui è tifoso laziale, ma con la buona volontà siamo riusciti ad abbattere anche questo limite”.

Eppure descrivere l’antologia ‘Cuore di cuoio’ (pp 200, Omicron) ‘solo’ come un’antologia legata agli Europei 2020 è decisamente riduttivo, perché la scintilla che ha portato a realizzare questo scrigno di 24 racconti abbraccia l’ideale di fratellanza e socialità dell’intera Europa. 24 storie ispirate ai 24 Paesi che partecipano a questa grande kermesse continentale, in un rinnovato segno di distensione, fratellanza e amicizia, dopo un anno di emergenze e cambiamenti epocali, cui il mondo del calcio non è rimasto immune, dato che Euro 2020 si gioca l’estate successiva rispetto alla data prevista. In questa sfida 24 professionisti della comunicazione narrativa, tra giornalisti e scrittori, hanno imbastito architetture descrittive uniche e originali tra racconti, aneddoti, cronistorie e riflessioni, raccontando storie intime, popolari o nascoste, amplificando emozioni vecchie e nuove, senza filtro, tratteggiando i particolari, i tic, le nevrosi, il buonismo veicolati attraverso lo sport più amato d’Europa e del mondo.

“Questo libro, ideato mesi prima del fattaccio Superlega, ha assunto uno spirito e una valenza davvero più importanti rispetto all’iniziale aspirazione di voler raccontare l’Europa e la sua gente attraverso storie di vita vissuta, utilizzando la metafora calcistica che è essa stessa capace di straordinarie e paradigmatiche lezioni di vita –racconta Nicola Procaccini-. E poco importa se, nelle singole storie narrate dai vari autori presenti nella pubblicazione, il calcio appaia come musica di sottofondo o si stagli invece come assoluto protagonista. L’intento è stato quello di far capire perché è così importante non far cessare quel sogno, e lo si comprende solo lasciandosi trasportare dentro le storie proposte in cui è facile rintracciare quella passione fatta di primordiale socialità di pasoliniana memoria, che forse soltanto il calcio può regalare, ad ogni livello ed età”.

Infatti ancora prima che gli scambi tra i diversi Paesi e i popoli dell’Europa assumessero l’intensità attuale, il calcio ha rappresentato un legame forte e motivo di grande intensificazione dei rapporti sociali tra le nazioni. Una sorta di Erasmus ante litteram fondato sui valori della partecipazione, dell’aggregazione, della crescita sociale, della inclusione, della educazione fisica e morale soprattutto per le giovani generazioni che da decenni percorrono le strade d’Europa dietro al pallone, da protagonisti in campo ma soprattutto come spettatori. Un modello di integrazione e dialogo, pur nel rispetto delle identità e dei campanilismi, che l’Europa ha avuto il merito di costruire e con il quale la mia generazione è cresciuta, ma che oggi appare smarrito dietro modelli globalisti dominati dai grandi interessi finanziari e l’annullamento delle identità.

Oltre che coordinatore editoriale, Gian Luca Campagna in un momento florido dal punto di vista narrativo (a metà maggio è uscito il suo nuovo romanzo, ‘Mediterraneo nero’, per la casa editrice Mursia) si è permesso il lusso di scrivere anche un racconto, abbinato all’esordiente Macedonia del Nord, una storia dal titolo emblematico, ‘Quando l’orso bruno rubò il miele a Maradona’, che è ispirato a un fatto realmente accaduto nel marzo 2008 in Macedonia: il contadino Zoran Kiseloski portò in tribunale un orso, accusato di avergli rubato diversi kg di miele; l’orso fu condannato, ma visto che l’animale non aveva un padrone la corte ha ordinato allo Stato macedone di risarcire il contadino con 2.200 euro.

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