A Pontinia le storie di vini e di vita della Bottiglieria

A Pontinia, nell’Agro Pontino, un’enoteca che ricorda la Confraternita dell’Uva di John Fante tra vini, distillati, champagne e storie di vita vissuta. Ecco la storia e la scommessa della famiglia Pietrosanti.

Ci sono storie che escono dalle bottiglie e altre che decantano nei calici. E poi ci sono quei luoghi, quegli altrove dove domina sempre la regola della Confraternita dell’uva, il romanzo che ha reso eterno John Fante, dove quello che ci accomuna è l’esclusione, l’esclusione di appartenere a un club, o meglio a un’enoteca, che è la tua ideale comfort zone. La Bottiglieria a Pontinia, in via Verdi civico 25, è tutto questo. In un’atmosfera d’altri tempi, sospesa nell’architettura del Novecento di una città nuova strappata alle Paludi Pontine durante la bonifica idraulica del Ventennio, ecco un’enoteca intrisa di storia, quella delle cantine, e quella della gente che ogni giorno sa pescare dal vino, dai distillati, dagli champagne, dai liquori, la bellezza e l’essenza della vita, con gli aneddoti, i racconti, le riflessioni, gli sfoghi. No, non scomodate Goethe o Joyce per conversare di vini, a volte la poesia diventa prosaica e sa entrare nel cuore quando una famiglia decide di abbracciare questa filosofia in modo da diffondere il verbo del buon bere. Così, la famiglia Pietrosanti, con in testa papà Dario, sostenuto e fiancheggiato dai figli Gianmarco e Gabriele, ha deciso di scommettere che bere è sinonimo di cultura e di conoscenza. Ma facciamo un passo da gambero: è il 1980 quando Dario avvia la sua azienda di distributore di caffè nei bar del territorio pontino, presto rafforzata dall’idea di implementarla con quella di cialde e capsule fino a comprendere che era necessario allargare il raggio d’azione con l’offerta di acque, bevande analcoliche, birra e liquori, allargando il ventaglio di proposte e aprendo così nel 2013 un punto vendita al minuto (oltre che all’ingrosso) proprio a Pontinia. Poi, l’intuizione a fine 2019, qualche mese prima dell’emergenza sanitaria da Covid-19: ‘perché non aprire un’enoteca, che possa diventare il nostro rifugio e la nostra alcova, per dare ospitalità a chi vede nel bere la volontà di interagire e di conoscere la cultura della tavola?’. Questo ancora oggi pensano Gianmarco e Gabriele, anche perché le degustazioni di vini regionali, nazionali e champagne vengono accompagnate da abbinamenti pertinenti, da salumi e formaggi finanche con la tipica bufalina e polenta più molluschi e pescato. Nei 40 coperti di cui è dotata l’enoteca c’è spazio per apprezzare gli alcolici non soltanto tra i più diffusi e apprezzati ma anche quelle cantine poco conosciute, esaltate però dal lavoro di scouting della famiglia Pietrosanti, appassionata delle storie di nascita di vini e liquori ma soprattutto della qualità dei prodotti. Se è vero che la confidenza nasce di solito in uno stato empaticamente alticcio, è altrettanto veritiero che la vita è troppo breve per poter bere vini scadenti, così in questo luogo che non è affatto peccaminoso ma dove potrete trovare l’elevazione spirituale ecco che accanto alle migliori bollicine della Franciacorta potrete anche scorgere tra gli scaffali gin non solo nati dalla solida tradizione anglosassone ma anche da quella rivoluzionaria spagnola (come Palma o il galiziano Nordés), unita a quella originale italiana, concentrata nella zona piemontese (dove nascono il Malfy o il Portofino) o che celebra il gin nato per festeggiare Capri ed esaltarne la mediterraneità col Caprisius, con accanto anche il giapponese Sakurao o il raffinato portoghese Adamus. Ma gli scaffali sono colmi anche di grappe di estrema qualità: di Nebbiolo, Chardonnay, Amarone, Barbera, e poi quelle affinate in botti di Porto o di Whisky della collezione di Roberto Della Valle. Così dall’Italia ecco anche la carrellata di vermouth, genziana, anice stellato e altri liquori originali e unici (come Abracadabra, cioè la magia della liquirizia), poi lo sguardo vira sul whisky (dall’americano Knob Creek all’irlandese Connemara passando per il bourbon Longbranch, giusto per citarne alcuni) e sui rum (dal Presidente al Diplomatico passando per il Don Papa) fino a soffermarsi sulla cantina fornitissima di vino. Bando alle ciance, venite a La Bottiglieria. Nessuno, lo assicuriamo, vi negherà un calice. Ah, i prezzi? A prova di tasche genovesi.

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