Vedere i lama e gli alpaca nel loro ambiente naturale è una scoperta pratica, e meravigliosa, rispetto alla teoria delle pagine a colori delle enciclopedie e dei documentari divorati davanti alla tv e rimbalzati sui social. Non li stai ad ammirare in uno zoo o in un bioparco e nemmeno in un circo. Osservi gli animali nel loro ambiente naturale. Dove sono nati, dove vivono nel loro habitat, dove l’energia cosmica ha deciso dalla notte dei tempi di cacciarli. Così lama e alpaca li vedi, con una certa emozione, nel verde piovoso del Perù.
Osservare il leone di Ladispoli andarsene a zonzo trotterellando diligentemente sul marciapiede per poi velocizzare l’andatura sull’asfalto delle strade della cittadina laziale ti porta a riflettere. Ti chiedi perché quelle fiere –come animali e come dignità vivente- devono essere catapultate in un altrove che per loro non è certo la savana, prigioniere dell’animale più feroce sul Pianeta. Se si fosse trattato di un cartoon, il leone Kimba avrebbe riflettuto su quei bipedi che mentre passeggiava si erano nel frattempo rintanati nei recinti delle proprie abitazioni, invertendo lo status: il leone libero e gli uomini nelle loro gabbie.