Porto di Rio Martino, i pescatori ancora a secco non possono uscire. Esistono le soluzioni per evitare interramenti e creare lo sviluppo del centro marinaro di Borgo Grappa. Le analisi dell’ingegner Lucrezia Pangallo e del pescatore professionista Eros Mariucci.
Gli interventi che hanno portato alla configurazione odierna del Porto canale di Rio Martino hanno avuto inizio nel 2012 e sono terminati nel 2019 ma non hanno mantenuto le promesse di sviluppo del borgo marinaro di Borgo Grappa e dell’intero litorale latinense. “Sembrerebbe non esserci una prospettiva concreta di intervento tantomeno una soluzione quando si affronta il tema del porto-canale e del conseguente sviluppo marinaro di Latina – dice Annalisa Muzio, candidata a sindaco di Latina per Fare Latina-. Eppure emerge una soluzione a medio e lungo termine, quando si mettono a confronto professionisti che seguono anche i suggerimenti di altri lavoratori che vivono di mare e di pesca. Ed è quello che questa città merita nell’ambito delle tematiche dello sviluppo della Marina”.
Il tema principale è quello dell’interrimento del bacino di evoluzione del porto, realizzato ex-novo a partire dal 2012, dove ogni imbarcazione è costretta a passare per uscire o rientrare dal mare aperto. La gravità legata al fenomeno dell’interrimento è dovuta alla rapidità con cui il deposito dei sedimenti arriva a rendere la profondità del fondale talmente scarsa da non consentire alle imbarcazioni di fruire del porto senza il rischio di riportare danni da lievi a molto gravi (come l’esempio il caso dell’incidente della velista svedese del 2018) o addirittura di impedirne l’uscita a mare.
Ma il pericolo per i pescatori avviene anche per il facile accesso delle onde all’interno del bacino delimitato dai moli convergenti. La configurazione attuale della bocca del porto, infatti, sembrerebbe non solo non offrire un’opportuna protezione dal moto ondoso alle barche in ingresso ed uscita, ma addirittura favorire l’ingresso della sabbia durante le mareggiate, che poi, una volta entrata nella “vasca di calma” offerta dal bacino, sedimenta ed accresce il fenomeno dell’interrimento.
“le criticità sono anche altre – segnala Eros Mariucci, esponente di Fare Latina e il più giovane pescatore professionista di Rio Martino –, come l’assenza di acqua corrente, di illuminazione e di servizi igienici nonché la mancanza darsene agibili e di un punto di rifornimento per il carburante; non sono inoltre presenti né un presidio della Capitaneria di Porto né un parcheggio regolamentato e dedicato unicamente ai diportisti”.
Il perpetuarsi di tali dinamiche negli anni ha portato ad un mancato ricambio generazionale dei pescatori professionisti e ad una fuga dei diportisti, impoverendo le potenzialità del Porto canale di Rio Martino, dove si assiste a forti condizioni di degrado quali addirittura crolli strutturali di tratti di banchina.
Per la componente relativa alla sicurezza si possono definire cause e possibili soluzioni. “Ad una prima sommaria analisi, si può evidenziare che sul nostro litorale il moto ondoso si genera principalmente per l’azione del vento proveniente da Sud-Ovest (Libeccio) e che in tale ottica la configurazione attuale del porto sembrerebbe non offrire la protezione necessaria per garantire la sicurezza delle barche in ingresso e uscita – sottolinea l’ingegnere Lucrezia Pangallo-. Una possibile soluzione provvisoria, che possa essere realizzata con una spesa ridotta e senza stravolgere l’attuale assetto del porto canale, potrebbe essere l’allungamento divergente del molo di destra e la riduzione di quello di sinistra con un totale riutilizzo dei materiali, andando così a spostare l’ingresso delle barche sul versante riparato dal moto ondoso prevalente. Inoltre, la rimozione dei due setti installati all’inizio dei moli potrebbe ridurre l’interrimento del corridoio di passaggio centrale, oltre ovviamente a una periodica e sistematica operazione di dragaggio”.
“Non è più ammissibile che non si tuteli il diritto al lavoro dei pescatori di Latina. Da un’analisi dei fatti sopraesposti ne deriva come con un investimento sostanzialmente ridotto rispetto allo stanziamento iniziale si potrebbe rendere fruibile e funzionale l’attuale struttura, non solo al fine di garantire in sicurezza ed il diritto al lavoro dei pescatori professionisti della zona, ma anche per concretizzare finalmente l’obiettivo principale del porto ai fini turistici, sfruttando anche le potenzialità ricettive della struttura” dichiara Annalisa Muzio che preannuncia un incontro pubblico presso il porto canale nei prossimi giorni.