Dalla Turchia all’Italia in un nuovo itinerario riconosciuto dal Consiglio d’Europa sulle orme dell’eroe narrato da Virgilio nell’Eneide, in nome dell’avventura e degli scambi culturali.
Avete presente il cammino di Santiago? Qualcuno lo ha corso a piedi, altri a cavallo, altri in bicicletta, altri ancora in moto. L’importante è il viaggio, la riflessione dentro di noi per trovare se stessi, nuovi stimoli, conoscere meglio se stessi, gli altri, la natura. Ora però esiste un altro percorso riconosciuto. Tra gli itinerari certificati dal Consiglio d’ Europa è entrata la Rotta di Enea, quarantacinquesimo di quei percorsi (il primo fu il Cammino di Santiago nel 1987) che invitano alla scoperta di un patrimonio di testimonianze archeologiche, religiose, artistiche e naturalistiche dei territori, ma anche ai valori fondamentali promossi dal Consiglio d’Europa come democrazia, diritti umani, scambi interculturali.
Un riconoscimento al cantore Virgilio, che ha narrato nell’Eneide l’epico viaggio dell’esule Enea in fuga, che, dopo aver salvato dalle fiamme di Troia il padre Anchise e il figlioletto Ascanio, è destinato a fondare una nuova stirpe al di là del mare, lasciando su coste e città il segno del suo passaggio e sopravvivendo nei secoli al mito, alla storia e ai versi dei poeti: cioè Roma.
La Rotta di Enea unisce così l’itinerario turistico-archeologico-marittimo che dalla Turchia arriva in Europa, solcando tutto il Mediterraneo centro-orientale e attraversando ben cinque Stati. Un viaggio, da Troia a Roma (città simbolo anche per l’Unione Europea sin dai Trattati del ’56) che ancora oggi solletica fantasie di grandi avventure toccando 21 tappe principali, 6 siti Unesco e 3 Parchi nazionali, oltre a tutte le bellezze ed eccellenze della costa dell’Italia meridionale (si toccano Puglia, Sicilia, Calabria, Campania e Lazio).
Un’idea per compiere un viaggio unico.
È stata l’Associazione Rotta di Enea a spingere per questo progetto e a ottenere questo riconoscimento: dal 2018 l’associazione promuove il progetto, in collaborazione con il Comune di Edremit in Turchia, la fondazione Lavinium in Italia e numerosi altri enti internazionali.
La Rotta unisce le sponde di Turchia, Grecia, Tunisia, Albania e Italia, in segno di un interscambio di fratellanza e culturale ma anche per promuovere la ripresa del turismo e superare le diversità in una rinnovata ottica di conoscenza.
Così, seguendo le indicazioni di Virgilio, cartina alla mano, si parte dunque dalla mitica Troia (Ilios), oggi uno dei luoghi archeologici più affascinanti del Mediterraneo, sito Unesco dal 2018, si procede per le cascate e la macchia del Parco Nazionale del Monte Ida, dove Anchise avrebbe incontrato la futura madre di Enea, la dea della bellezza Afrodite. Su a nord c’è il sito archeologico di Antandros, da dove salpò l’eroe, oggi sede di una necropoli e una villa romana di epoca imperiale. Da qui con la prua si va verso Delos, poco distante da Mykonos, dove nacquero Apollo e Artemide, per approdare a Butrinto, città albanese sullo Ionio dove Enea incontrò Andromaca. Ancora, ecco lo sbarco a Castro, in Salento, per poi giungere nella colonia greca di Crotone; da qui tappa in Tunisia, a Cartagine, la città punica, dove Enea consumò amore e morte con Didone, da ì poi si fa rotta verso la Sicilia, per approdare al porto di Drepanon (Trapani), dove morì Anchise. Si procede verso la Costa degli Infreschi e Palinuro, che prende il nome dal nocchiero caduto in mare vinto dal sonno; poi tappa a Cuma, dove Enea incontra la Sibilla, per risalire verso Pozzuoli e il Parco archeologico dei Campi Flegrei. E poi Gaeta (Caieta), che secondo Virgilio avrebbe tratto il nome dalla nutrice di Enea qui sepolta, ancora l’antica Lavinum (Pratica di Mare), dove negli scavi archeologici è stata individuata proprio la tomba del mitico eroe.