Se vedi un uomo avvolto dalle fiamme sulla strada che fai? Accosti con la tua auto, scendi e lo aiuti? Allerti i soccorsi? No, lo filmi. E poi condividi quella scena sui social network. A questa voglia di protagonismo becero, contestualizzato in un reality senza sentimento, fa seguito stavolta un reato. Così, l’autore del video con protagonista un uomo avvolto dalle fiamme sul GRA avvenuto lo scorso febbraio è stato iscritto sul registro degli indagati per omissione di soccorso. Il tizio al volante, vedendo l’incidente stradale e le fiamme sull’uomo, si fermava sulla corsia d’emergenza riprendendo la scena con lo Smartphone, commentando “A zi hai pijato foco? Senti che callo, mamma mia”, col passeggero che sollecitava di rimbalzare il video sul gruppo romano ‘Welcome to favelas’, per poi ripartire. Ma la smargiassata inumana stavolta costerà cara a chi si è macchiato di questo appiattimento della corteccia cerebrale. È la deriva del giornalismo partecipativo ormai trasformato in una ricerca spasmodica della condivisione e del like senza rispettare l’altro. E, soprattutto, se stessi.