Qatar22: il sorriso dando e ricevendo il cartellino rosso. In Camerun-Brasile segna Aboubakar al 92′, esulta e si guadagna il secondo giallo. Prende il rosso ma è felice lo stesso.
Dite la verità. Non lo avete mai visto un calciatore ridere di gioia dopo che ha preso un cartellino rosso. Al mondiale di Qatar22 abbiamo vissuto anche questo. Siamo al 92’ di Brasile-Camerun, il match per i verdeoro vale poco, sono già primi, mentre i leoni indomabili non hanno fantasia di stuzzicare il leone più fantasioso e se ne stanno buoni buoni. Quelli giocano pure con le riserve, come se il Brasile le contemplasse o che al Mondiale ci porti solo 11 giocatori e gli altri sono scarsi. Così, i camerunensi se ne stanno rintanati nella loro trequarti, poche puntate in avanti, un po’ di palleggio sonnolento, poi la torsione di Vicente Aboubakar durante il recupero. Esplode la gioia degli africani, come se avessero passato il turno. Aboubakar sgrana gli occhi, quasi sorpreso, si sfila la maglia, la sbandiera e osanna se stesso, i tifosi, gli dei del calcio, si lascia abbracciare dai compagni e si nutre di quella emozione partecipativa, poi sempre a torso nudo si dirige verso il centro del campo. L’arbitro è Ismail Elfath, marocchino naturalizzato statunitense, dirige match della Major League Soccer dal 2012 ed è arbitro elencato dalla FIFA dal 2016. Ismail ha 40 anni tondi tondi, Vincent 30 tondi tondi. Hanno 10 anni di differenza tondi tondi. L’arbitro è nato a Casablanca, il calciatore a Yaoundè. Che belle le storie quando si intersecano, il calcio in questo è magister vitae. Lo guardi Elfath e intuisci che è arabo, è sì Ismail è immigrato negli Stati Uniti nel 2001 all’età di 18 anni dopo aver vinto una lotteria per i visti sulla diversità, poi si è laureato in ingegneria meccanica presso l’Università del Texas ad Austin nel 2006. Il calcio, quindi, per lui è un fantastico hobby. Vincent invece ha esordito prima con i club di casa, poi ha cercato fortuna in Francia, quindi è diventato a suon di gol una stella del Porto e del Besiktas, quindi la scelta di seguire i petrodollari a Ryad indossando la maglia dell’Al-Nassr, che in arabo significa vittoria.
Ah, dicevamo: Vincent se ne va verso il centro del campo caracollando, sempre con la maglia in mano come se stesse sulla spiaggia di Copacabana, Ismail lo osserva, gli sorride, si sorridono, si dànno il cinque come due vecchi compari, poi l’arbitro porta in alto il cartellino giallo e di conseguenza anche l’altro, il rosso. Eh, ti sei tolto la maglia dopo una rete, mica si può fare, sì lo so è una regola stupida punire chi fa gioire pubblico e squadra ma la devo applicare: questo sembra mormorare Ismael. Massìchissenefrega, pare sghignazzi Vincent. Che dolce espulsione. Ed esce dal campo sempre ridendo dopo che l’amico Ismael gli ha sventolato il rosso sotto il naso.