Lo facciamo un raffronto? Come se fosse una partita di calcio? Da una parte, però, non mettiamo due squadre, ma due tifoserie. Soprattutto quelle organizzate, che in questo momento stanno facendo parlare i media. La Curva Nord dell’Inter meriterebbe una sospensione come zona interdetta al tifo a data da destinarsi sia per l’atto di genuflessione nei confronti di un criminale (che era stato appena ammazzato) sia perché i capiultrà hanno costretto con violenza e minacce altri tifosi ad abbandonare quella porzione di stadio in segno di lutto (!). Ho sempre difeso le curve, perché mentre qualcuno le definiva dei bidet della società avevano invece mostrato nel corso delle disgrazie, dei drammi e delle tragedie locali e nazionali una solidarietà che brillava rispetto a quella dei benpensanti. Ma quello accaduto durante il match tra Inter e Sampdoria di sabato scorso è inaccettabile per una società che si definisce umana e che invece sembra solo ammirare e seguire la legge della jungla, bestiale nei suoi pensieri e nelle sue azioni. Il cordoglio collettivo nei confronti di un criminale come Vittorio Boiocchi allontana le famiglie e le persone perbene dagli stadi oltre che dal calcio, inducendole a continuare a vedere le partite tramite uno schermo o a reagire appassionandosi ad altri sport. Un autentico peccato, perché il vero show del calcio resta il live, col colore del tifo, la gioia da una parte e la delusione dall’altra, la soddisfazione del vincitore e l’amarezza del vinto, anche coi vaffanculo lanciati all’avversario, all’arbitro e al proprio beniamino quando fallisce una clamorosa occasione da rete. Lo stadio non è un teatro, e su questo siamo d’accordo, ma non può essere una cloaca frequentata e gestita da criminali e violenti.
E quindi? Voltiamo le spalle al gioco più bello del mondo? No. Ci consoliamo con ‘Freed from Desire’ riadattata dalla curva della Salernitana, in una straordinaria forma di autoironia e di difesa dagli sfottò ingiuriosi delle altre tifoserie.
So pisciaiuó
So nato pisciaiuó
Puzzo di pesce,
ma che ci posso fare se puzzo di pesce
uh…a me m piac u purp, e cozz e u baccalà
‘Freed from Desire’ è una canzone scritta e registrata dalla cantautrice italiana Gala in collaborazione con Maurizio Molella e Filippo Carmeni nel 1996, da sempre utilizzata negli stadi d’Europa, sia per incitare la propria squadra sia per autoironia, come quando nella scorsa stagione i tifosi del Manchester United utilizzarono la canzone per intonare un coro in cui criticavano la difesa del capitano Harry Maguire, mentre in questa stagione il brano è stato rivisitato in chiave di umorismo nero dagli ultras di varie squadre in un coro contro i tifosi del Napoli richiamando il Vesuvio.
Ma sono quelli della curva granata ad aver fischiettato con estrema goliardia il ritornello ‘My love has got no money, he’s got his strong beliefs’, già in verità adoperato sul finire della stagione scorsa, ripreso poi con maggiore energia in questo campionato, grazie anche al supporto della squadra che nel ritiro estivo al centro sportivo austriaco di Jenbach l’ha fatta propria. Botheim, Fazio, Radovanovic e uno scatenato Ribery si sono improvvisati rapper per un coro che sta conquistando il mondo del tifo per la sua autoironia e goliardia.
Ecco, questo è il calcio che vogliamo. Il resto è monnezza.