Torna Acquanoir, torna il premio artistico dedicato al senso d’inquietudine e allo stato del desiderio, con il nero che si fonde nel blu dell’acqua, involucro morbido della vita, che si svolgerà il 25 luglio dalle 18.30 nella cornice del complesso delle Terme Vescine di Suio Terme a Castelforte (Latina).
Patrocinato dal Comune di Castelforte, con il sostegno della Regione Lazio, della XVII Comunità Montana, della Provincia di Latina, la cerimonia vedrà premiare quelle personalità artistiche che nel corso dell’ultimo anno e della loro carriera artistica si sono particolarmente distinte nel loro settore di competenza.
Saranno premiati Paolo Ciampi, Piera Carlomagno, Sergio Fedro, Martino Cusano, Antoanetta Marinov, Maurizio Vizzino, Alessandro Maurizi.
Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino, ha all’attivo più di 40 libri, in cui racconta in particolare viaggi lenti, storie di memoria, biografie con taglio narrativo, anche se gli piace in primo luogo definirsi lettore, con una particolare predilezione per il noir e per il romanzo storico. È uscito per diversi editori – come Vallecchi, Mursia, Giuntina, Ediciclo, Arkadia, Bottega Errante – e ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali. Per due volte è stato proposto per lo Strega. Partecipa a numerose attività didattiche nelle scuole, è attivo nei percorsi di promozione della lettura, organizza cammini e passeggiate letterarie. Gli ultimi due suoi libri sono ‘Il babbo di Pinocchio’ (Arkadia) e ‘In cammino con Matilde’ (Mursia). Recentemente ha aperto a Firenze la residenza per scrittori e casa del libro Itaca.
Piera Carlomagno giornalista professionista, di Salerno, scrive sul Mattino ed è consulente per la comunicazione di alcuni enti; ha pubblicato Ovunque andrò (Solferino), una saga familiare con un filo conduttore thriller, da pochi giorni nelle librerie. Precedentemente ha pubblicato Il taglio freddo della luna e Nero lucano sempre con Solferino, e Una favolosa estate di morte con Rizzoli, una trilogia noir ambientata in Basilicata, e ancora prima una trilogia gialla ambientata a Napoli e numerosi racconti presenti in vaie antologie. Con i romanzi ha vinto una serie di premi. E’ laureata in lingua e letteratura Cinese con la traduzione di un’opera del Premio Nobel Gao Xingjian ed è fondatrice e direttrice artistica del SalerNoir Festival, quest’anno alla X edizione.
Sergio Fedro, autore di Fondi, che si distingue per una sconfinata passione per il cinema, il teatro e la letteratura che lo spinge a scrivere testi teatrali e poi romanzi con protagonista il commissario Mandalà. L’esordio avviene nel ’98 con il testo teatrale di sapore sociale “Mia grata terra”, dramma di un contadino delle sue parti chiamato a difendere il proprio terreno dalle mire di un certo potere. Seguono Vedova suo malgrado”(1999), “Ping pong per un figlio”(2000), “Punto di rottura”(2001), “Il canto del Gallo”(2005). Nel 2018 arriva a sperimentare il noir, con la trilogia di romanzi “Il caso della bimba scomparsa”, “Le intuizione del commissario Mandalà”, “I campi della vergogna” mentre è del 2004 il romanzo “Vita di un giovane perdente”.
Alessandro Maurizi, è nato nel 1965 a Tuscania, ispettore della Polizia di Stato, vive e lavora a Viterbo.Presidente dell’Associazione Letteraria Mariano Romiti, che ha creato un premio dedicato alla letteratura noir e poliziesca, nel 2014 esordisce con il romanzo ‘Il Vampiro di Munch’, oggi esce per il Giallo Mondadori il personaggio di Federico Giorio, giovane procuratore legale, al centro del giallo storico ‘Gli invisibili di San Zeno’.Se l’autore non ci avesse raccontato la sua storia, potremmo considerarlo solo il riuscitissimo protagonista di un romanzo ambientato nella Verona di fine Ottocento: è qui che il giovane indaga su una serie di omicidi, finendo con l’imbattersi in una rete di connivenze altolocate ancor più criminosa.Ma Federico Giorio è qualcosa di più: realmente esistito, procuratore legale integerrimo, scrisse nel 1882 “un libello di denuncia sulla corruzione e sugli abusi di potere nella pubblica sicurezza”. Il saggio fece scandalo, e costò al giovane procuratore il carcere e il sequestro di quanto aveva scritto. Di quel libro sono rimaste poche copie, e il caso ha voluto che una sia finita nelle mani di Alessandro Maurizi, scrittore, ma anche ispettore della Polizia di Stato. Ispirandosi alla vera storia di Giorio, che che pagò cara la sua onestà, Maurizi gli ha donato con il suo nuovo libro una seconda vita, trasformandolo da eroe anonimo a personaggio letterario.
Martino Cusano è stato spesso descritto come fotografo concettuale, sia in riferimento alla originaria e ancora attuale missione di raccontare l’umano sul palcoscenico della vita, sia nell’ambito del suo ruolo di interlocutore per progetti di architettura e interior design, rappresentati mediante le sue narrazioni visuali. Classe 1965, si occupa di fotografia, arte e comunicazione a tempo pieno ed è impegnato nella fine art, con installazioni fisse e temporanee. Tra le sue passioni, la creazione di sistemi luminosi. Le immagini dell’autore riflettono le influenze di maestri come August Sander, Hiroshi Sugimoto, Federico Fellini e Alfred Hitchcock, che ritroviamo nella profondità interiore della ritrattistica, in un ermetismo denso di espressioni simboliche, nello chapiteaux in cui fa muovere l’umano, nell’attenzione prestata ai dettagli e all’interazione degli spazi. Nel 2023 approda ad una sperimentazione che richiama il cubismo di Picasso e la Pop Art con la serie blu-rossa-gialla “21 GRAMMI”.
Antoanetta Marinov, artista eclettica, figlia del mondo oggi berlinese, che distribuisce bacchette magiche e dichiara amore eterno all’arte, proiettata verso continue sperimentazioni, l’ultimo libro è ‘Artist who do books’. Di sé e del suo lavoro artistico dice: “mi piace il potere che ha l’arte di incantare noi e il mondo. Il mio lavoro artistico si struttura attorno a questo apprezzamento e quando offro e metto in mostra quello che ho trovato e tirato fuori spero di vedere crescre intorno gioia e intelligenza. Tra i miei primi lavori ricordo la serie fotografica dei passi delle persone accanto e di fronte a me dove vado vado (“Composizione di passi” Freiburg 2001-2003). Seguivano i lavori in cui creavo le differenze nelle situazioni già viste mille volte: A Basel la scalinata del museo sputò fuori un altro scalino (“Scalino indigesto”, 2007) e a Liestal la colonna squadrata era fatta apposta per girarci intorno all’infinito (“Endloses Geländer, 2005). Mai dimenticato il mio “tu” che guarda e partecipa al lavoro. Il mio “tu” si trova per caso per strada oppure è spettatore, volontario o assunto (“5 Spettatori assunti, Basel 2011), oppure è chi legge la matrice dei miei lavori (“Progetti – jects – jekte” serie di testi dattiloscritti dal 2002). Quale è dunque il mio ruolo? Sono distributrice di bacchette magiche? (“Zauberstäbe” oggetti e azione dal 2008), oppure sono quel luogo di mezzo tra il prendere dal mondo e ridare al mondo? (“Give and Take” serie di installazioni di display per gose gratuite, dal 2011). Se l’arte allora ha sede in questo luogo di mezzo, in questo tra me e te, allora io mi avvicino ai passanti, cammino insieme a questa o quella persona … finchè non si accorge della mia presenza”.
Maurizio Vizzino, 19enne cantautore, di Latina: dopo l’approccio al piano e alla chitarra sin da bambino, la scrittura iniziò ai quattordici, sviluppandosi su uno stile cantautorale puro, ispirato alla vecchia scuola genovese e romana. Dopo cinque anni di Liceo Musicale, oggi frequenta il Saint Louis College of Music a Roma, mentre da 1 anno collabora con una band che ha mesos su i suoi brani (Francesco Miletta, batteria, Mattia Malagola, chitarra elettrica e seconde voci, e Andrea Fratoni, basso elettrico). Le sue canzoni sono influenzate dai romanzi, in attesa dell’imminente concept album è uscita intanto “Scuse di un ipocrita”, primo singolo in attesa del disco.