La transizione ecologica in provincia di Latina può attendere. Ma oggi qualcosa si muove.
Mentre il resto d’Europa è pronta a varare un nuovo piano ambientalista in nome di un’ecologia che viene spinta sull’acceleratore dai Governi in provincia di Latina l’immobilismo domina i cronoprogrammi della gestione dei rifiuti. Ma con una punta di eccezioni. Ma andiamo per ordine, attenendoci ai tempi recenti. La Provincia, incalzata dalla Regione a più riprese e in diversi anni per individuare un sito di stoccaggio di materiali inerti, ha rimpallato le sue responsabilità, prima prendendo tempo, poi decidendo in un susseguirsi di farse che piuttosto che continuare a ‘deturpare’ i territori riaprendo le discariche di Borgo Montello era utile realizzarne una nuova, con la nascita di comitati, più o meno strumentalizzati a livello politico: da Borgo San Michele di Latina a Fondi passando per Cisterna o località La Gogna ad Aprilia si sono innalzati cartelli di no. Segnale che la classe dirigente e la politica hanno alzato bandiera bianca e seguono le indicazioni della popolazione, un po’ come se il pastore seguisse le orme del gregge e non il contrario. Non si dovrebbe nemmeno scomodare Alcide De Gasperi con il suo aforisma che il vero politico si preoccupa delle prossime generazioni e non delle elezioni, come pare però abituata la classe pontina e, a questo punto, regionale, dato che sarà il Ministero dell’ambiente a decidere di individuare il commissario che deciderà di individuare (gioco di parole) il sito dove verranno convogliati i rifiuti della provincia pontina. Perché se la direzione obbligata è quella che ogni provincia italiana debba chiudere il ciclo dei rifiuti sul proprio territorio assistiamo già da ora a delle contraddizioni che non lasciano presagire un buon futuro e una buona transizione: se in Sicilia addirittura hanno abdicato le 9 province e la stessa Regione spostando montagne di rifiuti in Germania, la stessa Roma, sede dei ministeri, non riesce a trovare soluzioni e sposta il problema o ai confini dell’impero, tra cui Latina, o guardando Viterbo o la Toscana, preferendo non assumersi responsabilità e rifiutandosi di guidare un processo che la dovrebbe invece vedere capofila e di esempio. Così se il pubblico nicchia, tergiversa e gattopardescamente vuole cambiare il mondo ma facendolo rimanere tale, ecco che il privato capisce l’importanza del cambiamento e si adatta ai nuovi tempi, perché, si sa, la trasformazione crea opportunità. Soprattutto di ragioni economiche.
Così, mentre è vero che i cittadini continuano a produrre rifiuti è altrettanto vero che sarebbe una follia inaugurare nuove discariche quando una discarica in provincia di Latina già c’è, bonificata, forse oggi pronta a indennizzare chi ha subito negli anni la svalutazione del proprio immobile (casa o terreno che siano), ma soprattutto a varare un nuovo corso con la trasformazione del rifiuto in biometano. Sembra una favola, da guardare con interesse e forse anche sospetto (data la materia), ma la Ind.Eco. di Borgo Montello (l’altra discarica è la Ecoambiente) pare faccia davvero sul serio, tant’è che da qualche giorno i residenti hanno notato un cartellone all’ingresso dell’industria che lascia presagire il futuro aziendale. Così il passo è breve da discarica con un passato chiacchierato ai lavori di realizzazione di un impianto di upgrading del biogas e liquefazione per la produzione di biometano. Certo, finora la provincia di Latina ha sempre alzato obiezioni rispetto alle nuove fonti di energia alternativa, in direzione opposta e contraria rispetto a quanto dichiara il ministero della transizione ecologica che vorrebbe liberarsi delle fonti fossili e dei rifiuti in genere, come testimoniano i comitati contrari forse con una buona dose di pregiudizio alla realizzazione di impianti a biometano di Pontinia e Latina Scalo. Ma forse oggi con la transizione ecologica le cose potrebbero cambiare. Anche in provincia di Latina. Basta aspettare il futuro.