Da Genova verso vari bacini marini e oceanici. Negli ultimi decenni. Un lungo
elenco in ordine sparso di ecosistemi piccoli e grandi, singoli o d’arcipelago,
quasi la metà mediterranei, solo un paio nelle acque italiane: Filfla,
Ferdinandea, Malta, Ons, Orcadi, Tortuga, Lofoten, Rodi, Cuba, Alcatraz, Haiti,
Isola di Pasqua, Lesbo, Atlantide, Galápagos, Creta, Carloforte, Isole degli orsi,
Cipro, Itaca. Per tutta la vita il Pilota ha fatto quel mestiere nel porto di Genova,
girando comunque mezzo mondo. Al largo delle coste liguri intorno al
capoluogo, parla e dialoga di quelle isole molto o abbastanza lontane, per
come le ha incontrate e vissute. Filfla è una parola maltese, che ne traduce
un’altra, araba, che significa “pepe”. Sembra appunto un nero grano di pepe
piantato sulla superficie del mare fra le Isole Calipsee; una scogliera di roccia
calcarea senza entroterra, senza approdi e senza scrupoli; del tutto inutile per
gli uomini, i quali infatti non ci hanno mai portato davvero la loro storia.
Nell’intento di umanizzare l’inumanizzabile Filfla, gli uomini, che non erano
riusciti a trasformarla né in un desiderio né in un carcere (come è capitato a
molte isole), provarono ad averla distruggendola, ad amarla annientandola: per
più di trent’anni (fino al 1971) la Royal Navy e la Royal Air Force della corona
inglese la scelsero come obiettivo per le proprie esercitazioni militari e vi
fecero piovere sopra tonnellate di esplosivo, siluri, proiettili sperimentali;
bombe a goccia, a scoppio ritardato e a scoppio anticipato; cannonate e
mitraglie, granate incendiarie e oggetti di ogni calibro; un’aspra guerra contro
niente. Pare che una specie di lucertola, dalla divisa verde a macchie rosse, sia
sopravvissuta agli attacchi e si sia furiosamente riprodotta. Ogni isola ha una
speciale storia in vario modo antropica da raccontare, il nome glielo abbiamo
sempre assegnato noi sapiens , talora meticciamente variato nel corso delle
epoche e degli insediamenti successivi.
Il grande letterato Ernesto Franco nacque l’11 agosto 1956. Laureatosi in
lettere presso l’Università della sua Genova e divenuto competente studioso
della cultura ispano-americana, ha a lungo lavorato all’interno di varie imprese
editoriali (come Marietti e Garzanti), tradotto e curato testi di autorevoli
scrittori soprattutto di lingua spagnola, insegnato a livello accademico, poi è
stato dal 1991 editor della saggistica, dal 1998 direttore editoriale e dal 2011
direttore generale della casa editrice Einaudi. Nel 1994 uscì il suo primo
romanzo Isolario , trenta anni dopo era appena stato pubblicato questo nuovo
interessante volume dedicato alla dimensione insulare quando è scomparso
per la grave malattia di cui soffriva da tempo, sempre a Genova il 10 settembre
2024. Qui, nel capitolo finale (che non tratta solo Itaca), ritorna sull’essenzialità
della narrazione e della letteratura quando si vogliono conoscere davvero le
isole, “storie di isole mobili, di Isole Fortunate, di Isole delle donne, di isole-
balene, di isole dei tesori. Nascono così gli isolari. Libri anfibi, e perfino
ambigui, scritti da menti immaginose ed esatte. Libri per metà veri e per metà
fantastici… fatti di parole e di mappe …”. Lo spunto del volume è di fiction , chi
narra in prima persona riferisce quanto il Pilota riassume circa il preciso
significato della denominazione e sparsi aspetti “veri” di storia o geografia
delle varie isole, scientemente con spunti di realtà e fantasia (da cui il bel
titolo), con frequenti riferimenti alla Liguria: voci, leggende, eventi, meraviglie,
racconti, frammenti, qualcosa di ciascuna, volutamente senza esaustività, con
curiosità e liricità, di chi ama frequentarle sommessamente, navigando. Le
questioni delle migrazioni e dei meticciati sono ovunque. Edgar Allan Poe è
citato spesso, ma anche Jared Diamond , “la persona che parla più lingue” che il
Pilota abbia mai incontrato. Pigato e rum di complemento.
Storie fantastiche di isole vere – Ernesto Franco – Geografia (insulare) – Einaudi Torino – 2024 – Pag. 125 euro 17,50
(Valerio Calzolaio)