È necessario salvaguardare le campagne per garantire la sovranità alimentare nazionale fermando le speculazioni ed il consumo di suolo con impianti fotovoltaici a terra che sono incompatibili con l’attività agricola.
È necessario salvaguardare le campagne per garantire la sovranità alimentare nazionale fermando le speculazioni ed il consumo di suolo con impianti fotovoltaici a terra che sono incompatibili con l’attività agricola. E’ il senso della lettera che il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha indirizzato al presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella quale si chiede un vertice urgente con il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e con quello dell’Ambiente e della sicurezza energetica.
Il nodo è la mancata individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili a fronte di “una serie disordinata di iniziative avviate da fondi di investimento speculativi per quanto riguarda la localizzazione di impianti di grandi dimensioni, senza stabilire forme di coinvolgimento degli agricoltori” scrive Prandini alla Meloni nel sottolineare che “il caos decisionale che deriva dall’assenza di regole di governo del territorio ha finito per partorire una sorta di abusivismo energetico, con un forte consumo di suolo e significativi danni collaterali ecologici ed economici”.
Aggiunge Prandini: “Di fronte all’occupazione di suolo fertile con distese di ettari di moduli fotovoltaici a terra o di tecnologie industriali camuffate da parchi agrovoltaici che sottraggono il suolo dalla sua vocazione originale, diventa urgente correggere tale situazione. Ribadisco il nostro impegno a condividere il massimo sforzo possibile per conseguire gli obiettivi di un’agricoltura circolare e ad impatto climatico zero, ma condizione essenziale resta quella di fermare la frammentazione del territorio e riconoscere agli agricoltori la capacità di rispondere da protagonisti e non da spettatori alle sfide energetiche della Nazione”.
La Coldiretti – ha affermato Prandini – sostiene un modello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste attraverso, ad esempio, le comunità energetiche, gli impianti solari sui tetti e l’agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio.
Secondo uno studio di Coldiretti Giovani Impresa solo utilizzando i tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di 28.400Gwh di energia solare, pari al consumo energetico complessivo annuo di una regione come il Veneto.
“Crediamo fermamente che le energie rinnovabili possano contribuire allo sviluppo della dimensione multifunzionale delle imprese agricole, come nel settore del biogas-biometano, che – conclude Prandini – ha conosciuto un’importante accelerazione verso la transizione energetica attraverso il riciclaggio di sottoprodotti e la riduzione dell’impronta ambientale e di carbonio, specialmente nella zootecnia”.