Il protagonista è Matthias Ginter, 28enne di professione difensore del Friburgo e della Nazionale tedesca, campione del mondo nel 2014 in Brasile, inserito anche nella fallimentare spedizione di Russia 2018 e ovviamente anche nella rosa di Qatar 2022. Con un piccolo dettaglio: Matthias non ha mai giocato un solo minuto fino a quando…
I Mondiali di calcio sono un po’ come le Olimpiadi. Per ogni atleta il sogno della vita è parteciparvi. Non obbligatoriamente per vincere ma quantomeno per soffiare ‘io c’ero’ in questo grande appuntamento sportivo della storia. In questo contesto da spirito decoubertiniano il calcio stavolta fa eccezione, poiché la sportività non è un sentimento che appartiene ai calciatori. Figuriamoci. Però in quest’atmosfera deamicisiana si incastona un episodio di una malinconia unica. E raccontiamo questa storia dai contorni di favola d’altri tempi, colma di magone e di tristezza sportiva. O di gioia. Insomma, non si capisce, il confine tra la contentezza e la tristezza in questa storia.
Il protagonista è Matthias Ginter, 28enne di professione difensore del Friburgo e della Nazionale tedesca, campione del mondo nel 2014 in Brasile, inserito anche nella fallimentare spedizione di Russia 2018 e ovviamente anche nella rosa di Qatar 2022. Con un piccolo dettaglio: Matthias non ha mai giocato un solo minuto nella vittoriosa spedizione brasiliana, nemmeno ha mai calcato il campo nelle tre partite disputate in Russia, così ha rischiato di essere stato convocato a 3 Mondiali (dicasi 3!) senza aver mai disputato un solo secondo di gioco.
E arriviamo a Qatar22: la disavventura tedesca è ormai al termine, la Germania ha spazzato via la Costa Rica per 4-2 ma incredibilmente i samurai del Giappone stanno conducendo per 2-1 contro le furie rosse (sbiadite) della Spagna. Ergo, con questo risultato i tedeschi hanno già in saccoccia il biglietto di ritorno per Berlino. Ed è a quel punto che l’allenatore tedesco Hans-Dieter Flick che di certo non ha un cuore d’oro ma è uno che pianifica ogni singolo dettaglio, avendo vinto sulla panchina del Bayern Monaco anche più di quello che gli umani potrebbero sognare di vincere, cede ai sentimenti. Guarda Matthias, gli ordina di svestirsi e di prepararsi per esordire al suo terzo Mondiale.
È ‘semplicemente’ il 93’ della ripresa, il risultato della Germania è al sicuro ma dall’altro match tarda ad arrivare la buona novella, con la Spagna che fatica a creare occasioni in area nipponica. E il sole non si leva per la Germania, è out dai Mondiali, rispedita a casa. Matthias gioca 7’, 4’ di speranza e 3’ completamente inutili, poiché è già terminata l’altra sfida. Per Matthias la magra consolazione di aver giocato finalmente il suo Mondiale per 420 secondi.