Un appuntamento sotto la notte stellata di Ponza al porto fondendo letteratura e musica con ‘La mia Africa – Mediterraneo nero’ il 25 agosto.
Giovedì 25 agosto alle ore 21.30 a Ponza, località Caletta del Porto, lo scrittore e giornalista Gian Luca Campagna racconterà insieme all’attrice Simona Serino e al coordinamento di Enzo Di Giovanni, accompagnati dalla musica di Raffaele Esposito (fisarmonica) e Gianluca Masaracchio (chitarra), quanto è nero/noir il Mediterraneo e quanta attinenza ci sia con l’Africa. Un incontro dal titolo ‘La mia Africa – Mediteraneo nero’, proposto dal laboratorio teatrale Palco 19 e patrocinato dalla Regione Lazio, dove la narrativa si fonde con la musica, dove Campagna racconterà l’osmosi letteraria tra il noir europeo e mediterraneo con la quotidianità dell’altro versante del Mediterraneo.
L’incontro gode anche del patrocinio morale del Comune di Ponza e vedrà gli interventi del sindaco Francesco Ambrosino e il delegato agli eventi Silverio Migliaccio. Le letture abbracceranno la cultura maghrebina fusa con quella delle sponde mediterranee della Grecia (Petros Markaris), dell’Italia (Massimo Carlotto, Giancarlo De Cataldo, Carlo Piano) della Corsica (Marco Ferrarì): una società multietnica che si è sempre interfacciata con l’Europa creando ponti di collegamento, osmosi e anche dolorose fratture, coi brani letti tratti dalle opere di Albert Camus, Tahar Ben Jalloun, Rashida Al-Ansari, Sophia Azzedine. Ma c’è lo spazio anche per la storia incredibile di un gruppo di pescatori ponzesi, partiti alla fine dell’800 alla volta della Tunisia per pescare aragoste, fondando nell’arcipelago de La Galite una nutrita colonia, che si dissolse soltanto dopo l’indipendenza tunisina dalla Francia. Vicende che verranno raccontate dal moderatore della serata, lo storico e blogger Enzo Di Giovanni. Un appuntamento d’evasione ma che lascia spazio anche al potere della geografia di determinare la spazialità dei poteri, portandoci a riflettere sulla reale natura dell’area mediterranea: area socialmente, culturalmente e politicamente sempre in continuo fermento. Raccontare il Mediterraneo significa riconoscere quelle che sono le forze che imporrebbero una narrazione specifica differente rispetto alle altre realtà storico-culturali che lo abitano, diverse da loro, ma unite dal grande spazio rappresentato dal mare.