Un territorio variegato produce tipicità variegate: nella provincia di Latina, in particolare nel triangolo d’oro Sabaudia, San Felice Circeo e Terracina hanno attecchito cultivar esotiche,oggi esportate in tutto il mondo. Ecco, il pak-choi.
Forse la qualità riscontrata nel settore agricolo del territorio pontino è dovuta alla sua particolare complessità culturale creatasi nel tempo. La genesi della tradizione è chiara: l’influenza culturale della tradizione romano-laziale nella sua parte settentrionale, la cultura campano-napoletana in quella meridionale, unita a quella nata negli Anni Trenta durante la bonifica idraulica delle Paludi Pontine, con l’attecchire le tradizioni del Nord-Est. Ma poi ecco le influenze nordafricane, soprattutto tunisine e libiche, per via delle lotte di decolonizzazione. Ma quel processo di globalizzazione delle cultivar non si è arrestato lì, è continuato, grazie soprattutto all’apertura di una terra che ha saputo guardare all’Asia.
Una piccola globalizzazione che ha saputo mantenere salde le sue radici, però sperimentando e aprendosi a culture e colture differenti, arricchendo non solo il tessuto sociale ma anche quello agricolo. Così assistiamo oggi alla recente affermazione del pak-choi e del daikon, prodotti nel triangolo d’oro delle campagne di Sabaudia, Terracina e San Felice Circeo, immessi sul mercato europeo. Certo, poi, il consenso sulla qualità del kiwi è storia. Il territorio pontino conferma nel tempo con esempi eclatanti la sua straordinaria adattabilità, offrendo l’habitat ideale quasi a ogni pianta, coltivata in nome della qualità.
Il cavolo cinese, noto anche come bok choy e pak-choi, è una cultivar di Brassica rapa diffusa in Estremo Oriente e originario della Cina, ormai non solo largamente utilizzato nella cucina italiana ma anche coltivato nella zona di Sabaudia, dove ha trovato un clima favorevole. Il termine bok choy deriva dalla lingua cantonese e significa letteralmente “verdura bianca”, indicando le venature bianche che lo caratterizzano. Usato nelle zuppe e nelle insalate, ha un sapore delicato e leggermente amarognolo, con foglie carnose e croccanti molto simili a quelle della bieta.
Ricco di sali minerali, vitamine A e fibre, possiede una buona fonte di vitamina K che contrasta l’insorgenza dell’osteoporosi.
Come tutti gli ortaggi del genere Brassica, contiene alti livelli di glucosinolati, adatti per prevenire il cancro a piccole dosi ma possono essere tossici per gli esseri umani in grandi dosi. Infatti, ha proprietà di prevenzione di molte forme tumorali.
Dal punto di vista nutrizionale, il pak choi è una verdura poco calorica: contiene solo 13 calorie per 100 grammi. È ricco di acqua, fibre e sali minerali e contiene vitamina A e C.
Il modo classico per gustare il pak choi è farlo sbollentare qualche minuto in acqua bollente per poi condirlo con sale e olio extravergine di oliva. Un altro metodo utilizzato molto spesso è quello di sbollentarlo e poi farlo saltare in padella nell’olio profumato con uno spicchio d’aglio e un pizzico di peperoncino.