L’arrivo del maltempo con pioggia e neve salva le campagne dalla siccità per effetto di un andamento climatico del tutto anomalo con il 2022 che si classifica fino ad ora in Italia come l’anno più caldo di sempre.
L’arrivo del maltempo con pioggia e neve salva le campagne dalla siccità per effetto di un andamento climatico del tutto anomalo con il 2022 che si classifica fino ad ora in Italia come l’anno più caldo di sempre con una temperatura nei primi dieci mesi addirittura superiore di +1,07 gradi rispetto alla media storica e precipitazioni ridotte di oltre 1/3. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr, in occasione dell’arrivo della perturbazione con l’allerta della protezione civile in molte regioni e l’arrivo della prima neve in montagna. Le precipitazioni sono importanti in questa fase per ripristinare le scorte di neve e acqua sulle montagne, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nei terreni.
Il fiume Po ha lo stesso livello idrometrico della scorsa estate secondo il monitoraggio della Coldiretti al Ponte della Becca dove si registra un livello idrometrico di -2,88 metri, ma a tutti i principali corsi d’acqua presentano un deficit idrico. Gli effetti si fanno sentire soprattutto in campagna con una preoccupante siccità che fa temere per il mancato accumulo di scorte idriche necessarie per le coltivazioni mentre nei terreni assetati le nuove semine sono a rischio e inizia a scarseggiare il fieno per l’alimentazione degli animali, con difficoltà per i pascoli.
In queste condizioni il maltempo è manna per gli agricoltori ma per essere di sollievo la pioggia deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni.
A preoccupare è anche il brusco abbassamento delle temperature dopo le alte temperature di ottobre che hanno mantenuto verde la vegetazione, con la caduta delle foglie in ritardo e, in alcuni casi, fenomeni di fioriture fuori stagione, fatto che rende le piante più sensibili al freddo con il conseguente rischio di diminuzione del potenziale produttivo delle coltivazioni, perché le gemme a fiore aperte non fioriranno la prossima primavera. Vi è poi il rischio di danni a causa del peso della neve sulle piante ancora con la chioma ricca di foglie, con la possibilità di rotture dei rami.