Per il terzo trimestre dell’anno l’Istat stima un aumento del Pil dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti, mentre su base annua c’è un progresso del 2,6%. Confcommercio: “Italia tra i Paesi più dinamici in Europa”.
Per il terzo trimestre dell’anno l’Istat stima un aumento del Pil dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti, mentre su base annua c’è un progresso del 2,6%. Confcommercio: “Italia tra i Paesi più dinamici in Europa”.
Per il settimo trimestre consecutivo il Pil italiano fa segnare un rialzo, ma la crescita è inferiore rispetto ai tre mesi precedenti. È quanto emerge dalle stime preliminari rese note dall’Istat (link ai dati completi in pdf), che indicano registrare una crescita dello 0,5% in termini congiunturali (era +1,1% tra aprile e giugno) e del 2,6% in termini tendenziali (era +4,7% nel trimestre precedete).
La crescita acquisita per il 2022 è pari +3,9%. In diminuzione su base congiunturale il valore aggiunto dell’agricoltura e dell’industria, in aumento invece i servizi. “Un’ulteriore, positiva, sorpresa sulla vitalità e sulla capacità di reazione della nostra economia. La crescita dello 0,5% congiunturale, che ci pone tra i Paesi più dinamici in Europa è, infatti, un dato in controtendenza rispetto alle valutazioni dei principali previsori che si attendevano una moderata riduzione (-0,4% secondo il network Focus Economics)”: questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio, per il quale “alla base di questa evoluzione favorevole c’è il progressivo recupero registrato dai servizi, soprattutto quelli legati al turismo e al tempo libero, che hanno beneficiato anche del contributo della domanda degli stranieri. Il dato di oggi, inoltre, rende concreta la possibilità di crescita nell’intero 2022 prossima o superiore al 3,5%. Tuttavia, ciò non attenua le preoccupazioni sull’andamento dell’economia nei prossimi mesi”.
“Se al momento le maggiori difficoltà, dal lato della domanda, si rilevano per quei prodotti che rappresentano una quota importante di spesa per le famiglie a reddito più basso – conclude Confcommercio – è certo che i contraccolpi dovuti all’erosione del reddito disponibile e della ricchezza derivanti dalle dinamiche inflazionistiche si faranno sentire, a breve, anche sui servizi, nonostante la voglia di recuperare i livelli di consumo precedenti la pandemia”.