Da giovedì 1° dicembre 2022 in esposizione presso il Caffè degli Artisti in Via Diaz a Latina, una selezione di opere che tracciano parte del percorso artistico di Ersilia Sarrecchia.
Da giovedì 1° dicembre 2022 in esposizione presso il Caffè degli Artisti in Via Diaz a Latina, una selezione di opere che tracciano parte del percorso artistico di Ersilia Sarrecchia, mutazioni stilistiche di un linguaggio che indaga il mondo circostante attraverso il tema del bestiario, riflettono un personale modo di sentire e di rapportarsi alla realtà con il cuore e la mente. L’artista pontina, che da oltre un decennio vive e lavora a Modena, presenzierà l’esposizione mercoledì 14 dicembre dalle ore 17.00.
“Vent’anni di carriera in cui si tirano le somme di una Weltanschaung e di un approccio all’arte del tutto personali. Minimo comun denominatore: il tema naturalistico, specchio di un’intimità umana e artistica e di un rapporto viscerale con la campagna e il popolo animale. Vent’anni di lotta fra disegno e materia, figurazione ed astrazione, emblema della contrapposizione tra la razionalità umana, l’artificiosità, e la spontaneità, l’istinto animalesco, che in termini artistici si traduce nel gesto, nella pennellata libera, nel graffio, nella sgocciolatura. Ma gli animali, le rane di Ersilia, le farfalle, sono anche elementi simbolici della complessità antropica, della metamorfosi insita nella natura e nell’uomo, trasformazione in grado di unire i due mondi e rappacificarli; di ritorno ad una dimensione dove non c’è conflittualità ma armoniosa convivenza. In questo modo l’arte si fa portatrice di un messaggio di speranza, anelito alla riconciliazione con la nostra natura più autentica e indole pura. Ed è in Wild che la sintesi giunge a compimento, nel connubio tra astratto e figurativo, nella simbiosi tra disegno e gesto, l’essere e il suo habitat. Utopia? No, semplicemente desiderio e necessità esplicitati e resi possibili da quel linguaggio universale che è la pittura” così Laura Cianfarani
“Parafrasando Calvino delle Lezioni Americane, si potrebbe sostenere che la pratica pittorica della Sarrecchia rappresenti una sottrazione di peso, il tentativo cioè di liberare la pittura e la natura “dall’opacità del mondo”, da una gravosa e sconveniente pesantezza.
Leggerezza dunque ed anche rapidità esecutiva, una pennellata agile, il segno di un gesto disinvolto e sicuro (…)” così Andrea Bellini.
“Nei dipinti di Ersilia Sarrecchia avviene un’apparente riconciliazione tra mondo animale e mondo vegetale, come se l’uno e l’altro fossero immersi all’interno di un ipotetico Paradiso terrestre perduto, incontaminato da ogni sentimento negativo tipicamente umano. Protagonisti di una visione fiabesca e onirica, che si lascia alle spalle ogni bruttura dell’umanità, le sue creature lasciano spazio a sensazioni di tranquillità e pacatezza, come se avessero addomesticato la loro natura ferina. Come rimembranze che affiorano da un’età infantile, brani di ricordi di una edulcorata convivenza uomo-natura, i soggetti del suo particolare bestiario, cervi, lupi, leoni, non sono mai ritratti in atteggiamento di attacco o di difesa, ma sempre in atteggiamento quasi umano e benevolo, mentre si rivolgono allo spettatore in attesa di una possibile rinascita” così Francesca Baboni.