La Rifuture presenta alle associazioni di Cisterna di Latina il progetto dell’impianto di biometano. Il pool di ingegneri che ha progettato l’impianto ha illustrato il suo funzionamento. Presenti Impresa, Confcooperative, Legambiente, Rifiuti zero e il Comitato di Bgo Montello e Bainsizza.
La società Rifuture srl ha incontrato lunedì 28 le associazioni di categorie e quelle ambientaliste del territorio per illustrare il suo progetto di chiusura del ciclo dei rifiuti. La società ha presentato un progetto per la realizzazione di un impianto all’avanguardia per il trattamento della matrice organica e il successivo ottenimento di biometano e ammendante di qualità. Avendo ottenute tutte le necessarie autorizzazioni l’azienda è pronta per l’avvio dei lavori presso il terreno sito nella zona industriale di Cisterna di Latina, ma ha organizzato anche una serie di incontri coi rappresentanti delle associazioni di categorie e con i comitati e le associazioni ambientaliste. “Lealtà e onestà: i rapporti con tutti gli stakeholder sono orientati al reciproco vantaggio e a realizzare e tutelare gli interessi di tutte le parti in causa in maniera trasparente e condivisa”: questo è stato il claim che ha accompagnato gli incontri e gli interventi proprio pr avviare un dialogo territoriale. L’azienda era rappresentata dal presidente Giorgio Cardona e da Alberto Azario, presidente del gruppo Greenthesis, mentre il progetto è stato illustrato dal pool di ingegneri che hanno progettato l’impianto, Maria Chiara D’Aniello e Roberto Zocchi, supportati dall’agronomo Roberto Cavallo, che hanno presentato il concept che ha spinto l’azienda alla sua realizzazione, la tipologia impiantistica scelta, la sua filiera di trattamento, i fasaggi dei lavori, inclusi i tempi di realizzazione, i vantaggi per il territorio e l’analisi dei principali impatti già in oggetto di diversi studi e approfondimenti tecnici specifici, con inquinamento odorigeno pari a zero.
Agli incontri hanno partecipato le associazioni Impresa e Confcooperative, Rifiuti Zero Terracina, Legambiente, Comitato Montello e Bainsizza che si sono interfacciati con i progettisti dell’impianto.
I cambiamenti climatici e l’inquinamento ambientale rappresentano alcune delle sfide più complesse e impegnative da superare per la comunità europea e mondiale. Per fronteggiare tali criticità l’Europa ha sfoderato un poderoso piano di investimenti, il Green New Deal, che rappresenta una nuova strategia di crescita per trasformare l’Unione Europea in un’economia moderna, efficiente e competitiva. Il Green Deal europeo prevede azioni volte a promuovere l’uso sostenibile delle risorse attraverso un approccio di economia circolare.
In questo contesto, la Società RIFUTURE Srl presenta il progetto dell’impianto per la produzione di biometano attraverso la valorizzazione della FORSU “Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani” nel comune di Cisterna di Latina, nella zona industriale di Cisterna di Latina.
Il progetto dell’impianto prevede la realizzazione di differenti sezioni di trattamento che possono essere così distinte: pretrattamento; pastorizzazione; digestione anaerobica; upgrading del metano; trattamento acque; compostaggio aerobico.
L’impianto presenta due distinte sezioni di trattamento funzionalmente integrate in cui è prevista una prima sezione di digestione anaerobica per la produzione di biogas e la sua successiva purificazione per ottenere biometano per autotrazione ed una seconda sezione destinata alla stabilizzazione aerobica dei rifiuti per la produzione di ammendante compostato misto ai sensi del D.Lgs 75/2010.
Si tratta di un impianto alimentato da 60.000 t/anno di FORSU e 22.000 t/anno di strutturante ligno cellulosico (scarti di potature del verde pubblico e privato, residui ligneo-cellulosici) utilizzata come materia prima, e reperite nel bacino locale della provincia di Latina e della regione Lazio.
Il digestato è la parte residua del processo di biodigestione anaerobica ed è costituito dalle parti non digeribili della biomassa. Il compost prodotto è un materiale molto valido come ammendante dei terreni, con conseguente riduzione di necessità per le coltivazioni di apporti esogeni di fertilizzanti chimici.
Il progetto prevede un processo integrato anaerobico-aerobico della Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU) per la produzione di biometano destinato all’autotrazione, derivante dalla raffinazione del biogas ottenuto attraverso la digestione anaerobica della FORSU, e compost di qualità destinato al settore agricolo in qualità di ammendante, ottenuto dalla digestione anaerobica della FORSU e successivo compostaggio del digestato.
Il processo integrato di digestione anaerobica combinato ad un processo aerobico si configura come una unità integrata di gestione del rifiuto che si allinea perfettamente ai principi di gerarchia di gestione dei rifiuti in accordo alla Direttiva Quadro Rifiuti (2008/98/UE).
Per far fronte al continuo aumento dei livelli di inquinamento, l’impiego delle bioenergie rappresenta, ad oggi, una opportunità concreta connessa ad una più consapevole sensibilità alle tematiche ambientali. La transizione ad una economia low carbon e green è realizzabile solo attraverso la progressiva sostituzione delle fonti di energia fossili con fonti di energia rinnovabili, caratterizzate da una maggiore capacità rigenerativa e da minori pressioni ambientali. Al fine di garantire la completa transizione all’economia green, dunque, diventa fondamentale che l’impiego delle bioenergie non sia più un settore di “nicchia”, ma un sistema di produzione “diffuso” di interesse sia per grandi produttori che per soggetti privati.
L’attenzione rivolta alle bioenergie e alla produzione e commercializzazione di biocombustibili ha attratto negli anni un interesse sempre maggiore soprattutto al fine di garantire risposte adeguate alle problematiche connesse ai cambiamenti climatici. Già nel 2004, l’utilizzo per scopi energetici di combustibili fossili risultava responsabile del 57% delle emissioni di CO2 su scala mondiale. Di queste emissioni, il 39% è attribuibile al settore dei trasporti e al soddisfacimento della richiesta energetica che utilizzano principalmente carburanti fossili.
In tale contesto, la realizzazione dell’impianto in oggetto rappresenta una soluzione concreta e sostenibile per la persecuzione degli obiettivi di sostenibilità, nell’ottica di una economia circolare. I rifiuti si trasformano in risorsa, con la produzione di compost di qualità e biometano. Il digestato, prima di essere avviato a compostaggio, subisce, in accordo al Regolamento (UE) 2019/1009, un trattamento di digestione anaerobica termofila a 55°C con integrazione di un processo di pastorizzazione.
Coerentemente con il suddetto Regolamento e nel rispetto delle relative prescrizioni, il digestato, dunque, benché successivamente trattato per la produzione di compost di qualità, potrebbe essere utilizzato come materiale costituente prodotti fertilizzanti dell’UE.
L’impianto a progetto occuperà solo una porzione dell’intera area a suo servizio. In parte della restante area a servizio dell’impianto si prevedono l’implementazione di attività di ricerca e sviluppo di progetti nazionali ed internazionali con partner qualificati dal mondo accademico.
L’approccio di smart factory previsto per l’impianto nell’ottica del perseguimento degli obiettivi di economia circolare prevede un continuo upgrading e una necessaria integrazione di tecnologie e impianti in grado di colmare l’attuale gap innovativo verso la completa decarbonizzazione del sistema produttivo.
Oltre allo sviluppo tecnologico e alla sua dimostrazione, dunque, i progetti incoraggeranno l’innovazione sociale e la sperimentazione di nuovi modi di coinvolgimento della società civile per la responsabilizzazione dei cittadini verso i temi della decarbonizzazione del settore energetico, del controllo degli impatti ambientali e della economia circolare.