Venerdì 9 luglio ore 21 in piazza del Comune a Sabaudia in scena il mistero del delitto di Cogne e il suo processo.La compagnia teatrale di avvocati Le Toghe in Giallo porterà sul palco uno dei casi che ha diviso per anni l’Italia tra colpevolisti e innocentisti.
Secondo appuntamento venerdì 9 luglio ore 21 in piazza del Comune per l’estate del Comune di Sabaudia con la pièce teatrale ‘Il mistero del delitto di Cogne – Sono innocente’, portato in scena dalla compagnia di avvocati Le Toghe in Giallo diretta dall’avvocato Luigi di Majo. L’evento si incastona nella serie di appuntamenti dal titolo ‘True crime – dalla cronaca all’investigazione per cercare la verità’, dal sottotitolo Todo modo para buscar la voluntad divina, frase di Ignazio di Loyola.
La pièce è il processo cui fu sottoposta Annamaria Franzoni, accusata di essere l’assassina di suo figlio Samuele. È il 30 gennaio 2002 l’Italia rimane inorridita dall’omicidio del piccolo Samuele Lorenzi, passato alla storia come il delitto di Cogne. Avvenne in una villetta isolata a Cogne, in Valle d’Aosta, presentandosi subito come il classico delitto della stanza chiusa. Nel 2008 la corte suprema di Cassazione ha riconosciuto colpevole del delitto la madre, Annamaria Franzoni, che ha scontato 6 anni di carcere e 5 di detenzione domiciliare, estinguendo la pena in anticipo per buona condotta.
La compagnia teatrale Le Toghe in Giallo diretta dall’avvocato Luigi di Majo, con l’interpretazione di Beatrice Palme nel ruolo di Annamaria Franzoni, ripercorre le fasi processuali di quel delitto che tennero incollata l’opinione pubblica italiana dividendola tra colpevolisti e innocentisti come fazioni di tifoserie. Nel ruolo di Annamaria Franzoni l’attrice Beatrice Palme, mentre gli avvocati che reciteranno sono Elisabetta Magrini, Luigi di Majo, Antonio Buttazzo, Ferdinando Abbate.
Il delitto di Cogne è stato un caso di infanticidio commesso il 30 gennaio 2002 in una villetta di Montroz, frazione di Cogne, in Valle d’Aosta. Vittima un bambino di tre anni, Samuele Lorenzi. Nel 2008 la corte suprema di cassazione ha riconosciuto colpevole del delitto la madre, Annamaria Franzoni. Ha scontato 6 anni di carcere e 5 di detenzione domiciliare, estinguendo la pena in anticipo per buona condotta, notizia comunicata successivamente il 7 febbraio 2019 dopo alcuni mesi dalla sua scarcerazione.
Il caso ebbe grande rilevanza mediatica dopo il delitto anche grazie all’uso del mezzo televisivo e nelle prime fasi processuali divise l’opinione pubblica.
I numerosi sopralluoghi compiuti dagli inquirenti nel corso delle indagini all’interno della villetta non portarono mai al ritrovamento dell’arma del delitto. Si ipotizzerà in seguito l’uso di un oggetto contundente come un mestolo di rame, quindi di una piccozza da montagna, di un pentolino del tipo usato per bollire il latte o di altri oggetti senza alcuna conferma certa.
L’accusa e la motivazione della prima sentenza si fondarono prevalentemente sulla perizia eseguita con l’aiuto del luminol sulle tracce di sangue. Ne vennero rilevate abbondanti sopra il pigiama della Franzoni, trovato parzialmente nascosto tra le coperte del letto solo dopo alcune ore dal fatto delittuoso. L’accusa sostenne che la donna l’avrebbe indossato al momento del delitto, essendo questa l’unica spiegazione possibile per le ampie macchie di sangue e i frammenti di osso e materia cerebrale della vittima repertate sulle maniche della casacca dell’indumento. Ulteriori macchie di sangue della vittima furono rinvenute sulle suole e all’interno delle ciabatte da casa della donna. Al di fuori della camera da letto, inoltre, non furono rinvenute tracce ematiche riconducibili a un eventuale terzo che, a delitto ultimato e ormai sporco del sangue della piccola vittima, si sarebbe allontanato. Secondo l’accusa, inoltre, la Franzoni era l’unica persona che avrebbe potuto commettere l’omicidio all’ora indicata dai risultati delle indagini. Le persone che all’ora dei fatti si trovavano nella zona non avevano notato nulla di insolito e nessuna persona sospetta.
Dal settembre 2018 Annamaria Franzoni è una donna definitivamente libera. I 16 anni di reclusione sono stati ridotti a meno di 11 grazie all’indulto e ai giorni di liberazione anticipata. La notizia dell’avvenuto fine pena è diventata di dominio pubblico il 7 febbraio 2019.
Ingresso libero nel rispetto delle norme antiCovid19 . venerdì 9 luglio . ore 21