Fare Latina ha volontà partecipativa per scrivere il futuro della città ma dal sindaco Coletta nessun risposta. Quelli di prima con quelli di ora?
“Abbiamo colto l’invito del sindaco e del patto per Latina con quel senso di responsabilità tipico di chi non solo ama la propria città ma mette a disposizione di essa capacità e persone che credono nella forza del cambiamento, in un movimento interessato solo al Fare –scrive in una nota il consigliere comunale di Fare Latina Annalisa Muzio-. Siamo stati gli unici a sottoporre al sindaco Coletta, senza se e senza ma, un documento strutturato con una serie di punti programmatici sui quali iniziare a dialogare in maniera costruttiva manifestando la nostra tipica volontà costruttiva per convergere su punti che fossero operativi e di immediata applicazione per creare un calendario, soprattutto momenti di concertazione per un dialogo istituzionale concreto e che guardasse al futuro. Ad oggi ci troviamo costretti a stigmatizzare il totale disinteresse del Sindaco rispetto alle nostre posizioni e la mancata risposta rispetto al nostro modo di intendere l’azione amministrativa. Non abbiamo avuto nemmeno la cortesia istituzionale di ricevere una risposta che sarebbe stata quantomeno d’obbligo rispetto ad un movimento che da solo segna più del 5 percento dei consensi e siede nell’assise comunale, al pari delle altre forze, rappresentando cittadini ai quali, pertanto, il sindaco non ha inteso dare risposte.
Abbiamo in particolare chiesto la convergenza verso i punti che abbracciassero, sulla esperienza maturata negli anni, prima con le associazioni e poi con il movimento Fare Latina, in modo particolare lo sport, il turismo, l’università, il teatro, i borghi e le periferie, il sociale e più in generale la valorizzazione e la promozione del territorio, ma ancora non abbiamo capito come il sindaco Coletta intende orientarsi. Oggi assistiamo a un dialogo serrato con gli attori del centrodestra per permettere a questa amministrazione di poter prima sopravvivere e , poi forse, cominciare ad agire, ma vorremmo tanto non assistere a una pantomima, mal celata da un presunto senso di responsabilità, termine forse abusato in quanto ad oggi non è calibrato su alcun punto programmatico, perché ancora i cittadini hanno difficoltà a comprendere se gli accordi per questo governo di salute pubblica e di larghe intese avverrà per condivisione di punti programmatici o soltanto attraverso una declinazione di spartizione di poltrone e di poteri esecutivi senza una chiara visione del futuro della città.
A oggi, pertanto, intendiamo continuare nel nostro percorso indipendente a dar voce a tutta quella parte di città che non intende essere rappresentata da questo modo di fare politica confermando la nostra volontà di lottare contro una staticità cronicizzata e un annunciato nuovo periodo di immobilismo mentre la città pretende risposte e una chiara programmazione futura. A oggi la cittadinanza non ha risposte nemmeno su una calendarizzazione di un Natale che potrebbe portare naturale svago ed evasione dopo il momento peggiore della Pandemia, ma quanto piuttosto su quelle linee che danno impulso al futuro della città e del territorio: il potenziamento del nucleo riservato all’Università e alla formazione allo sviluppo turistico, valorizzando un patrimonio ambientale unico, attivando al contempo anche corsi di studi marketing territoriale e discipline connesse alla ospitalità e al turismo; la realizzazione di eventi sportivi di livello per attrarre masse turistiche dall’esterno; il coinvolgimento fattivo dei borghi attraverso una delega d hoc per non lasciare indietro le periferie in un momento di rilancio tradotto dal PNRR; la consulta per la disabilità col coinvolgimento di tutte le realtà associative; la riapertura del teatro in modo che diventi il simbolo della rinascita della città tutta.
Risposte, stimoli, sollecitazioni che attendiamo e di cui ci faremo portavoce in consiglio comunale. Mentre l’Italia corre verso il futuro, Latina continua ad annaspare nei bassifondi della sua mediocrità, così come sancito dalle impietose classifiche dei maggiori quotidiani economici”.