Finalmente può stringere quel premio tanto ambito tra le proprie mani: Emiliano Del Duca sorride, beatamente, mentre osserva la Panchina d’oro Speciale. È la ‘sua’ Panchina d’oro, che il Settore Tecnico gli aveva assegnato lo scorso febbraio, per il successo agli Europei del 2023, ma che ancora non aveva potuto ritirare; proprio nel momento della cerimonia di Coverciano, infatti, era partito per guidare i suoi ragazzi al Mondiale di beach soccer, chiuso poi con uno straordinario secondo posto, dietro solo al Brasile campione iridato.
“Una grande emozione, perché questo è il premio più bello al quale un allenatore possa ambire. Poi, se guardo la lista dei miei predecessori, vedere il mio nome lì vicino mi fa un certo effetto. Mi dà tanta emozione, ma anche tanto orgoglio… e mi sprona a fare ancora meglio”.
Del Duca è il terzo commissario tecnico ad aver ricevuto la Panchina d’oro Speciale per i risultati conseguiti in azzurro; prima di lui avevano ricevuto questo riconoscimento ‘ad honorem’ dal Settore Tecnico Marcello Lippi, per il trionfo mondiale nel 2006, e Roberto Menichelli, per il successo europeo nel 2014 da Ct della Nazionale di futsal.
Un premio che gli è stato consegnato nel luogo simbolo della formazione calcistica italiana, nell’aula magna di Coverciano, direttamente dal presidente federale, Gabriele Gravina, e dal direttore della Scuola Allenatori, Renzo Ulivieri.
Dopo le foto di rito, per Emiliano Del Duca è il momento dei ringraziamenti: “A questo punto però devo ringraziare le persone che mi hanno portato fino a qui, che sono i miei collaboratori e i calciatori. E naturalmente la Federazione, che mi ha accolto in questa grande famiglia e mi ha permesso di crescere, di migliorare come allenatore e come uomo. Sono davvero orgoglioso, se penso da dove sono partito, venti anni fa, quando ero con un gruppo di amici e facemmo una squadra per un campionato itinerante di beach soccer, e oggi sono qui in Nazionale, come Ct, nel posto più bello del mondo. Orgoglio ma anche un grande senso di responsabilità, a fare ancora meglio, per compiere quell’ultimo passo che ci manca per diventare i migliori al mondo”.
Infine la dedica, con un pizzico di commozione per chi non c’è più: “Dedico questo premio alla mia famiglia e a mia madre, che pochi mesi fa è venuta a mancare, proprio mentre ero qui a Coverciano per seguire il corso UEFA A”.