A Roccasecca dei Volsci, civettuolo paesino in provincia di Latina appollaiato sullo sperone del monte Curio e che s’affaccia sulla vallata del fiume Amaseno, in questi giorni vige una regola medievale. Non uscire di casa perché per i vicoli e le piazzette si aggira un lupo, solitario, malato e affetto da rogna. Il sindaco Barbara Petroni ha lanciato l’allarme, già rimbalzato tra i vari cittadini, un tam tam che qui ci mette un amen a raggiungere tutti e 1.046 gli abitanti, campagne incluse.
Questo lupo, visibilmente malandato, notte e giorno si aggira per le viuzze del paesino, magari medicando un poco di cibo e di attenzione, perché si sa che quando un canide è affetto da rogna ha poche possibilità di sopravvivere, soprattutto se è vecchio e già malconcio. La rogna sarcoptica è una malattia cutanea parassitaria altamente contagiosa tra soggetti della stessa specie, con le femmine dell’acaro che scavano gallerie nella pelle degli animali, al cui interno depongono le uova. Il soggetto affetto dal parassita avverte un prurito molto forte, che porta gli animali a provocarsi ferite, che poi creano infezioni. L’animale perde il pelo e compaiono croste fessurate, fino a creargli spossatezza e poi la morte. C’è un rimedio, certo. Ci sono dei farmaci per contrastare questa forma di demartite contagiosa e letale, ma solo gli animali in salute riescono a superare la fase acuta della parassitosi e a sopravvivere.
Si sa, il lupo è una specie protetta, guai a intervenire, si possono passare delle rogne (tanto per restare in tema) ed è anche vero che il lupo per via della rogna perde il pelo ma non il vizio (aridaje coi luoghi comuni), eppure sarebbe il caso di intervenire con una squadra di veterinari, sia per porre fine all’isolamento dei residenti di Roccasecca dei Volsci sia per provare a salvare un esemplare di una specie in via di estinzione. Intanto, qui su questa catena di monti, qualcuno si bea del ritorno al lockdown, che ha fatto piombare il paesino al Medio Evo, quando si restava tappati in casa per non incappare in fiere e briganti. Anche questo è un segnale di un’Italia in via d’estinzione.