La Patagonia resta il sogno di ogni viaggiatore. Ma il viaggio prima di arrivare a Ushuaia parte dall’aeroporto di Buenos Aires, con la tappa iniziale nella penisola Valdes, dove l’obiettivo sono i pinguini di Punta Tombo.
Viaggio in Patagonia? Ma sì. Cominciando a sognare quei simpatici e impertinenti pennuti grandi nuotatori vestiti sempre col frac, anche quando il calendario non è cerchiato di rosso. E il viaggio nelle terre della frontiera per eccellenza è sempre aperto, esiste soltanto la voglia di avventura.
Si atterra a Buenos Aires, via Madrid. Certo, è qualche ora in più ma si risparmia fino a 3-400 euro e Madrid non è un buco di culo del mondo, si può scegliere una passeggiata di qualche ora per respirare le ultime ore di civiltà europea. E sì, perché a Buenos Aires l’arrivo è solo una toccata e fuga, l’aereo ci aspetta per la prima tappa in questo fantastico viaggio che può essere di 15 o 21 giorni: Puerto Madryn, verso la fascinosa penisola di Valdés, che s’affaccia sulla costa atlantica, in quelle acque che sono chiamate Mare Argentino della Provincia del Chubut.
La vita umana qui è pressoché inesistente, in una terra estesa poco meno del Molise ci sono poco più di 400 anime, tutte concentrate a Puerto Pirámides, ma prima di arrivare in questo villaggio la tappa d’obbligo è Puerto Madryn, distante circa 50 km, cittadina protetta dal Golfo Nuevo, formato dalla penisola di Valdés e da Punta Ninfas. La città infatti è il punto di partenza ideale per visitare le attrazioni naturali offerte dalla costa e dalla penisola di Valdés, legata alla terraferma da un istmo di poco più di 6 km di lunghezza.
Ci imbatteremo in un terreno arido con laghi salati, ma è soprattutto un’importante riserva naturale, designata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1999, poiché la costa è abitata da mammiferi marini, come il leone marino sudamericano, l’elefante marino e la foca sudamericana, con la possibilità di avvistare la balena franca, che sguazza nel Golfo Nuevo e nel Golfo San José, specchi d’acqua protetti, situati fra la penisola e la terraferma della Patagonia. Queste balene migrano in queste acque fra maggio e dicembre, per l’accoppiamento e il parto, poiché le acque nel golfo sono più calme e più calde che in mare aperto. Anche l’orca è visibile lungo la costa, nel mare aperto oltre la penisola.
L’interno della penisola è abitato da nandù, guanachi e maras. Nell’isola è presente anche una grande varietà di uccelli: almeno 181 specie, 66 delle quali migratorie, vivono nella regione, incluso il piccione Antartico.
La penisola, insieme alle vicine Punta León e Punta Loma, è stata designata Important Bird Area (IBA) da BirdLife International perché supporta popolazioni significative di pinguini di Magellano (con circa 150.000 coppie riproduttive), cormorani delle rocce e imperiali, gabbiani kelp e sterne sudamericane.
Ma torniamo alla civiltà, anche se 3-4 giorni per ammirare queste straordinarie bellezze della natura sono obbligatorie. Da BA si atterra all’aeroporto El Tehuelche, dopo 6 km si arriva a Puerto Madryn, capoluogo del dipartimento di Biedma, conta 58mila abitanti, fondata il 28 luglio 1865, quando 150 immigrati gallesi, giunti con la nave The Mimosa, chiamarono il porto naturale Puerto Madryn in onore di Sir Love Jones-Parry (1832–1891), la cui tenuta in Galles era chiamata “Madryn”. L’insediamento si sviluppò grazie al tratto di ferrovia costruito fra Madryn e Trelew da immigrati gallesi, italiani e spagnoli. Già, Trelew, il principale centro di produzione di lana dell’Argentina. Le pecore è l’allevamento predominante, dove l’industrializzazione e venduto il 95% della produzione della lana del paese, e attualmente ha un record di 4.044.239 capi della provincia (secondo la National Survey agricola 1996). Si svolge nella vicina città rurali e camere nella steppa patagonica. Tutto questo rende Trelew diventare il più grande “lana polo tessile di sviluppo” dell’Argentina.
Trelew è situata sulla sponda sinistra del fiume Chubut, a circa 20 km est dal capoluogo provinciale Rawson. Questa città è stata fondata nel 1865 da un gruppo di immigrati gallesi in accordo con il governo nazionale argentino. A guidare il gruppo dei pionieri furono il capitano Sir Love Jones-Parry di Madryn e Lewis Jones, che negli anni a seguire faranno da intermediari con le autorità argentine. Nel 1886 fu aperta al traffico la ferrovia che avrebbe unito la bassa valle del fiume Chubut a Puerto Madryn. La città fu chiamata Trelew in onore di Lewis Jones (tre significa “città” in lingua gallese e Lew è un apocope di Lewis), che si preoccupò di espandere la linea ferroviaria.
Ma la storia ci racconta anche del massacro del 1972. Nell’agosto 1972 un gruppo di detenuti nel penitenziario federale di Rawson appartenenti ai movimenti guerriglieri Montoneros, ERP organizzò un’evasione di massa durante la quale rimase uccisa una guardia carceraria. Una volta evaso il gruppo, composto da ben 110 persone, si divise per raggiungere la base militare di Trelew dove un aereo appositamente dirottato li avrebbe condotti in Cile. A causa di mancanza di comunicazioni l’aeroplano partì senza attendere una parte degli evasi, 19 in tutto, che erano rimasti indietro non riuscendo a reperire delle automobili. Una volta atterrati nella città cilena di Puerto Montt i fuggiaschi chiesero asilo al governo del socialista Salvador Allende. Il resto del gruppo, rimasto bloccato Trelew, si arrese invece alle autorità in cambio di garanzie per la loro vita. Vennero poi rinchiusi nella base Almirante Zar della cittadina patagonica in attesa di essere trasferiti a Rawson. Il 22 agosto i 19 prigionieri furono prelevati e improvvisamente fucilati da uomini della marina all’interno della base. Del gruppo degli evasi solo in tre sopravvissero alla fucilazione. La città di Trelew fu perlustrata dai militari e dai gendarmi e alcuni cittadini furono catturati e rinchiusi nel carcere di Villa Devoto a Buenos Aires. L’intera città entro in sciopero e riuscì ad assicurare il rilascio dei prigionieri. Questi incidenti furono documentati nel libro La Pasión según Trelew, di Tomás Eloy Martínez, inizialmente edito nel 1973, ma poi soppresso dalla dittatura del Processo di Riorganizzazione Nazionale, e infine ripubblicato nel 1997.
Da visitare il Museo Regionale Pueblo de Luis, ospitato nella vecchia stazione ferroviaria del Ferrocarril Nacional Patagónico, uno dei musei di storia naturale più importanti dell’Argentina: espone fossili di piante e pesci, collezioni di specie di dinosauro autoctono, più il Museo Paleontologico Egidio Feruglio e, ovviamente, Punta Tombo. Punta Tombo è una penisola nell’Oceano Atlantico 110 km a sud di Trelew, dove esiste una grande colonia di pinguini magellani, la più grande colonia tale in Argentina. Il momento migliore per vedere i pinguini è da ottobre a febbraio. A settembre i pinguini magellanici maschi occupano piccole grotte per creare un nido, poi arrivano le femmine e i maschi cominciano a combattere tra di loro. L’ideale è affittare un’auto da Trelew e trascorrere un paio di giorni a osservare i simpatici pennuti. Perché? Perché l’ideale è pranzare con loro con pesci patagonici cotti alla brace.