Perché scrivo? Per stimolare il sogno, non abbandonarlo mai. Per viaggiare con la mente e il cuore, alla ricerca di colori, rumori, armonie, sapori, profumi, amore e rabbia, incontrando, abbracciando e schivando il Giano bifronte che è dentro e fuori di noi. Quando scrivo e immagino a chi mi possa fare una domanda del genere ho sempre pronta questa risposta. Non è l’ unica, certo, ma sintetizza molto il mio pensiero. E poi c’è la parte che preferisco, la realtà piegata come un ladro e bugiardo alle esigenze narrative, creando un’architettura che fonde cose vere e verosimili, ottenuta studiando la realtà che ci circonda, perché lo ieri resta un grande insegnamento per il presente e per il domani. E così nascono secondo alcuni critici e giornalisti i romanzi profetici, quando in realtà gli autori sono stati attenti osservatori del proprio mondo e poi seduti davanti a una tastiera di un pc, concentrati, isolati, hanno trovato la strada per immaginare il mondo futuro.
Intervistato da Repubblica lo conferma di nuovo l’intervista allo scrittore dell’apocalittico romanzo ‘Diluvio’, Stephen Markley, che ha risposto a domande e curiosità rispetto a quanto sta accadendo in California, agli incendi devastanti che sì sono dovuti a un cambiamento climatico repentino e imprevedibile ma anche tanto alla superficalità da parte dell’uomo, in primis da parte delle figure chiave a livello istituzionale che non hanno mai adottato una pianificazione preventiva rispetto a eventuali disastri naturali. Ma allontaniamoci dalla cronaca, anche se resta da capire se quest’apocalisse sia stata generata da piromani o dall’autocombustione poi ingigantita da venti fortissimi che hanno raggiunto anche i 130 kmh. Così, restiamo ancorati all’intervista, con Markley che candidamente ammette “che il mio romanzo si basa su anni di ricerche. Non era difficile da immaginare, era tutto previsto” e via conversando. Markley nuovo profeta? Be’, visionario sicuramente, ma il romanziere nelle vesti di Nostradamus lo abbiamo conosciuto soprattutto grazie a David Quammen, l’autore di ‘Spillover’, che aveva predetto il Covid nel 2012, immaginando il salto di specie di un virus, generando una nuova malattia che dall’animale contagia l’uomo: Quammen, che ha sempre rifiutato l’etichetta di vate, nelle varie interviste disse che aveva semplicemente messo insieme l’origine delle grandi epidemie che avevano caratterizzato gli ultimi periodi, Ebola, Sars, e Hiv, ricostruendone contagi ed evoluzioni, fino a immaginare la grande epidemia, The Next Big one, che dal mammifero pipistrello si propaga all’uomo, indicando nella Cina il paese d’origine. Un lavoro scientifico ancora prima che narrativo. Alla fine, per scrivere un romanzo profetico è necessario osservare la realtà, incrociare i dati, studiare solide basi scientifiche e miscelare: in questo modo si ottiene quello che viene comunemente definito futuro.
(Gian Luca Campagna)