Countdown per il fascino del rally Dakar. La 45ma edizione del rally più duro al mondo si svolgerà per la quarta volta consecutiva in Arabia Saudita. Partenza il 1° gennaio e tappa finale il 15 gennaio.
Sua Altezza Reale il Principe Khalid bin Sultan Al-Abdullah Al-Faisal,
Presidente, Federazione automobilistica e motociclistica saudita e Società automobilistica saudita, Yann Le Moënner, CEO di Amaury Sport Organization, David Castera, Direttore della Dakar e il team di Amaury Sport Organization, sono lieti di invitarvi a guardare la presentazione online della Dakar 2023. Vai su qualsiasi piattaforma ufficiale della Dakar e scopri tutto sul percorso, le novità sportive e i partecipanti. Eh, come cambia il mondo. Ora le conferenze si organizzano e si seguono così. Eccolo qua il re dei rally, nomina Parigi ma è più forma che sostanza, resta la vecchia anima d’Europa per nome e per conto della Aso ma per il resto il Vecchio Continente ha ormai abdicato. Bando alla nostalgia, ai ripensamenti, alla dietrologia. E così ancora una volta, per la quarta di fila, il Rally Dakar 2023 si terrà in Arabia Saudita e sarà la 45ma edizione del Rally Dakar organizzato da Amaury Sport Organization (ASO). Le date? Fissate già da tempo, si parte la notte di San Silvestro, il 31 dicembre, a cavallo del nuovo anno, abbracciando per qualche ora il vecchio, fino al 15 gennaio 2023. Per il secondo anno consecutivo, l’evento sarà anche il primo round del World Rally-Raid Championship, ma lo schema del percorso della gara è stato presentato il 5 giugno 2022. Il percorso partirà da un “Sea Camp” vicino a Yanbu, sulla costa del Mar Rosso, e terminerà a Dammam, sulla costa del Golfo Persico, il percorso è stato descritto come più lungo, più difficile e con più dune.. Quest’anno il percorso ritorna nel Quarto Vuoto con tre tappe, inclusa la tappa della maratona, tra dune dal fascino unico. Il percorso sarà caratterizzato per il 70% da nuove piste, meno collegamenti e 5.000 chilometri di prove speciali. Mentre il tempo delle iscrizioni è scaduto da poco (31 ottobre), le verifiche amministrative si sono svolte tra il 28 e 30 novembre al circuito di Castellet mentre la presenza in loco, in Arabia, è prevista, il 27 e 28 dicembre, poi il 31 ecco il podio di partenza e la fase del prologo, il 1° gennaio 2023 l’inizio della gara e il 15 gennaio il termine della stessa. Mentre il percorso per decisione degli organizzatori risulterà più difficile sono stati annunciati alcuni cambiamenti per l’evento di quest’anno: innanzitutto, il Roadbook digitali per tutti i partecipanti, comprese le moto; abbuoni di tempo per le moto che aprono la tappa; “percorsi speculari”, per separare i percorsi alcune tappe saranno suddivise in “percorsi A e B”, che presentano diversi waypoint, assegnati in modo casuale; nessuna neutralizzazione per le categorie T1 e T2, con la tappa che non avrà pause a metà; procedura di partenza della tappa: il primo camion a partire sarà dal 45° posto. Nessuna riclassifica per i primi 40 piloti; la Dakar Classic seguirà un percorso dedicato con 13 tappe, di cui 2 maratona, nuovo gruppo velocità media per veicoli meno potenti; introduzione di “carburanti sintetici e biologici”, con l’aspettativa che i conducenti d’élite gareggeranno in prototipi a basse emissioni entro il 2026.
Il nuovo itinerario per la quarta edizione della Dakar è un percorso che porterà i piloti dalle spiagge del Mar Rosso alle sabbie del Golfo Persico a Dammam. Questa traversata del paese sarà, infatti, un tour completo poiché le 14 tappe condurranno prima la Dakar verso le regioni montuose nord-occidentali prima di dirigersi verso il profondo sud-est per un viaggio di tre giorni attraverso l’oceano di dune nel Quarto Vuoto.
Fedele al suo spirito pionieristico, la Dakar si impegna a trasformarsi in un rally raid sempre più responsabile. Questo lo dice anche per l’introduzione di “carburanti sintetici e biologici”, ma per la prima volta gli organizzatori sottolineano anche il concetto di una ‘dimensione di solidarietà innegabile fin dall’inizio della manifestazione’. Non certo per i diritti umani, ma il lancio svela altre prospettive. La Dakar è sempre stata in anticipo sui tempi per quanto riguarda la dimensione della solidarietà, che in verità resta alla sua base. Infatti, Daniel Balavoine e Thierry Sabine all’epoca avevano lanciato “Paris–Dakar, pari du cœur” (“Paris–Dakar, una scommessa del cuore”) nel 1985. In risposta alle gravi siccità che hanno devastato i paesi ospitanti dal 1983, il progetto ha cercato sfruttare la logistica dell’organizzazione per portare pompe idriche e altre attrezzature alle comunità locali, partecipare alla costruzione di infrastrutture durevoli per guadagnare terreno coltivabile (principalmente pozzi) e aiutarle ad avanzare verso l’autosufficienza alimentare attraverso partnership con i produttori di sementi. Nel tempo, altre iniziative di beneficenza sono state poi avviate con lo stesso spirito, tra cui il sostegno a SOS Sahel (misure per aumentare la sicurezza alimentare e sanitaria delle popolazioni locali), il progetto “Les camions de l’Espoir” (“Camion della speranza”) durante il Chapter africano, il sostegno alla onlus Techo nella lotta alla povertà in Argentina e, più recentemente in Medio Oriente, l’assistenza all’associazione Help Center, che si occupa di bambini con disabilità fisiche e mentali. Un laboratorio di tecnologie all’avanguardia dal 1979 sposta la sua attenzione sullo sviluppo di motori alternativi. L’innovazione tecnologica si colloca accanto al senso dell’avventura, alla sete di scoperta e all’ambizione di superare i limiti come una delle caratteristiche distintive della Dakar: in tutto il suo 43 edizioni fino ad oggi, l’evento è regolarmente raddoppiato come banco di prova per nuovi motori e dispositivi di sicurezza (esempio, Iritrack, beacon Sarsat, sistema Sentinel e giubbotti airbag per moto)
Fedele al suo spirito pionieristico, la Dakar è ora impegnata a trasformarsi in un rally raid sempre più responsabile. Inflessibile nella sua convinzione che i veicoli da corsa di oggi guidano lo sviluppo dei veicoli di produzione di domani e con un focus sullo sviluppo di motori alternativi, la Dakar è un laboratorio di tecnologie all’avanguardia, tanto che ha anche avviato un piano per ridurre il consumo energetico dei bivacchi.