‘Bella ciao’ canto di libertà ma che bellezza ‘Giovinezza’. Infuria la polemica su Laura Pausini con la straordinaria risposta di Pif. Ma anche il brano Giovinezza, emblema fascista, andrebbe sdoganata.
Lode a Laura Pausini perché finalmente siamo entrati nel vigore della discussione. E lode accademica per la replica di Pif. Illuminante nella sua estrema semplicità chiarificatrice. Allora, prima di circonlocuzioni assortite, a ’sto punto anche la mia di posizione: non cantarla è prendere posizione. Come cantarla.
Nel tempo ‘Bella ciao’ è diventato il canto della libertà da dittature e angherie, non che prima fosse stata mutuata dalle mondine per la sagra della salamella, ma presa proprio in prestito per combattere i tragici colpi di coda del nazifascismo. Che, sottolineiamo, non era un partito politico, non lo era più, ma era diventato un coacervo di assassini e sterminatori. Così, come era cantato da chiunque, non solo da comunisti, ma da tutti i componenti del Comitato Nazionale di Liberazione, composto da un mosaico di pensieri e di idee che accomunava chiunque, basti che non fosse un nazifascista. Era (è) un canto di libertà per la libertà. Poi, nel tempo ha ispirato varie resistenze, in verità più di matrice socialcomunista, ma è tornata prepotentemente in voga con la serie Netflix ‘La casa de papel’, tanto che diventa il canto di libertà di un gruppo di ladri spagnoli che lotta per le proprie tasche e per colpire al cuore (vabbè, un po’ romanticismo concedetemelo) la parte più iniqua del sistema capitalistico. Così, ‘Bella ciao’ l’abbiamo sentita dappertutto, soprattutto in castigliano, fischiettata (le note sono universali, eh) e personalmente ho assistito a una indimenticabile (ovviamente per me) interpretazione con violino a Montevideo, proprio all’ingresso al Quartiere vecchio da un artista improvvisato, che interruppe la performance perché ricevette una telefonata. Aneddoto vomitato su carta e inchiostro nel romanzo ‘La scelta della pecora nera’, ambientato in Uruguay, con protagonista un tal José Cavalcanti.
Tornando a noi: la canti o non la canti? Se la canti sei comunista, se non la canti sei fascista. Forse siamo cresciuti così. Sempre con questa dicotomia: Bene e Male. Cavalieri bianchi contro cavalieri neri. Per fortuna che esiste il noir, zona franca dove come ci insegna qualche filosofia vecchia quanto il mondo che lo yin non esisterebbe senza yang. E viceversa.
Vabbè, ora stiamo deragliando.
Allora, assodato che ‘Bella ciao’ è ‘il’ canto della libertà, perché non sdoganiamo ‘Giovinezza’? Canzone bellissima di Giuseppe Blanc che divenne emblema del fascismo, ma coniata nel 1909 per ragioni goliardiche. E magari chi la canta non è un simpatizzante di Mussolini ma ama solo la ‘primavera di bellezza’ intonata nella sua straordinaria semplicità. Che ne dite?