A Cantagallo, paese nella provincia di Prato, l’amministrazione decide di non allestire le luminarie, così i soldi risparmiati andranno a confluire in un tesoretto per i meno abbienti.
Ogni tanto qualcuno si ricorda che il Natale non è una bieca celebrazione del consumismo. Immaginate un attimo alla nascita di Cristo festeggiata in una capanna con il catering allestito dal banqueting più cool di Giudea. Senza smarrirci nella retorica stantia e collosa, dobbiamo ammettere che il Natale è ormai una gimkana all’ultimo acquisto, tant’è che nemmeno una pandemia ha sradicato questa sindrome di Diogene al contrario. Così, assistiamo estatici all’iniziativa da influenze dickensiane del comune di Cantagallo, civettuolo paese di tremila anime in provincia di Prato: bando alle luminarie che coi soldi risparmiati finanziamo il Natale di chi non può permettersi una cena dignitosa, una messa in piega o una riparazione dell’auto, in nome di una autentica solidarietà sociale. Infatti, il sindaco ha messo a disposizione buoni da 25 euro per l’iniziativa ‘2.500 buoni motivi’, buoni spesa che mitigheranno il Natale penoso di chi ha necessità, nel nome di una virtuosa economia circolare che ricade sulle attività commerciali della comunità.