Commenti e accuse dopo l’arresto del segretario provinciale del Pd Claudio Moscardelli. Il sindaco di Latina Coletta tira dritto: “Se rinviato a giudizio, il Comune si costituirà parte civile”; l’eurodeputato Procaccini: “Sistema da clan per agevolare nelle strutture pubbliche chi ha tessera Pd”. Ferma condanna dell’assessore regionale D’Amato.
L’arresto di Claudio Moscardelli per la vicenda del concorso truccato alla Asl di Latina ha generato diverse reazioni nel panorama della politica locale, che creeranno non pochi problemi all’alleanza tra Pd e Lbc per la prossima tornata elettorale di Latina. Intanto, la prima decisione viene dai vertici nazionali del Pd, con il segretario nazionale Letta che ha nominato subito un commissario per la provincia di Latina, Matteo Mauri.
Il sindaco Damiano Coletta, che aveva sempre mantenuto riserbo sulla vicenda, ha rotto il silenzio con una nota affidata ai social, ma in casa Lbc domina l’imbarazzo per un’alleanza che anche negli ultimi giorni aveva generato malumori su una differente visione e condotta della politica locale. Ora che l’arresto del segretario provinciale dem Moscardelli creerà difficoltà allo stesso Coletta per via del mantra della legalità su cui si sarebbe basata la campagna elettorale. “Ho appreso questa mattina degli ultimi sviluppi emersi riguardo le inchieste sui concorsi Asl. Massimo rispetto per gli inquirenti e per gli indagati, da garantista sono convinto che la giustizia debba affermarsi nelle aule dei tribunali e non sui media o attraverso procedimenti sommari -scrive il primo cittadino-. L’Amministrazione seguirà con attenzione l’evolversi della situazione. Come Sindaco ho il dovere di tutelare i miei concittadini e qualora le risultanze delle attività investigative dovessero portare ad un rinvio a giudizio, come ho già dichiarato nel corso di un recente Consiglio comunale, il Comune si costituirà parte civile. Gli sforzi della nostra esperienza amministrativa sono stati indirizzati per la tutela della legalità a tutto tondo, attraverso scelte politiche e di metodo ben definite, ed è su questa strada che intendiamo continuare. È quindi nostro compito continuare la battaglia per la trasparenza e la legalità in una città che in passato ha conosciuto diversi scandali. La mia solidarietà oggi va a tutta la comunità democratica composta da persone coraggiose e oneste che credono fermamente nel cambiamento che l’Amministrazione ha avviato 5 anni fa”.
Il centrodestra esprime parole forti su una vicenda che è per Nicola Procaccini, eurodeputato di Fdi, la punta dell’iceberg di un partito, quello del Pd, che nei palazzi pubblici permette la carriera solo tramite tessere partitiche. “In relazione alla vicenda giudiziaria che coinvolge, tra gli altri, il segretario provinciale del PD, Claudio Moscardelli, esprimo dispiacere da un punto di vista umano, soprattutto se penso ai risvolti di carattere personale che investono le persone arrestate. D’altra parte, se considero invece il combinato disposto di questo scandalo riguardante le assunzioni alla Asl di Latina tramite concorso pubblico, con l’altro scandalo legato alle presunte assunzioni manipolate di cui si è reso protagonista il Partito Democratico in tutta la nostra regione, ciò che emerge grazie al lavoro dei magistrati inquirenti è un sistema in base al quale non si può lavorare nella pubblica amministrazione se non si ha in tasca la tessera del Pd -si legge nella nota dell’eurodeputato di Terracina-. Ciò che sta evidenziando il lavoro della magistratura è davvero inquietante, la presenza di una sorta di cupola a metà strada tra il regime sovietico e il clan malavitoso per controllare le assunzioni negli enti e nelle istituzioni pubbliche. Tutto ciò con grave danno non soltanto per le migliaia di persone che hanno preso parte ai concorsi e si sono viste scavalcare in graduatoria da concorrenti che, molto probabilmente, avevano titoli e meriti inferiori a chi è rimasto beffardamente escluso dalle posizioni utili per essere assunti, ma con conseguenze devastanti sulla qualità del personale e quindi dei servizi erogati dalle amministrazioni stesse. Un meccanismo che appare tanto più odioso e grave se si considera che ad essere investito è un settore ora più che mai fondamentale e delicato per il nostro Paese, quale la sanità pubblica. In attesa di conoscere i risvolti dell’indagine, attendo le reazioni del partito grillino che prima si è preso i voti invocando “onestà” e poi, nel giro di qualche mese, se n’è andato con il Pd al governo della Regione Lazio”.
Stoccata anche da parte del senatore Fdi Nicola Calandrini. “Auguro a Claudio Moscardelli di poter chiarire la sua posizione ma in attesa che la giustizia faccia il suo corso c’è un dato politico evidente: il Pd, che si professava partito della legalità, oggi sembra avere un problema molto grave ai suoi vertici. La morale, invece di farla ad altri, dovrebbe iniziare a farla al proprio interno. Il Partito democratico dovrebbe almeno avere la decenza di chiedere scusa a tutte quelle migliaia di candidati che si sono presentati in due distinti concorsi sognando un posto di lavoro presso una struttura prestigiosa come la Asl -scrive in una nota insieme al consigliere regionale di FdI Giancarlo Righini-. Persone che hanno studiato giorno e notte, che hanno lottato, invano, per mostrare le loro competenze, e che si sono trovati scavalcati per un sistema che non è errato definire di “raccomandazione”. Vogliamo inoltre constatare che Zingaretti e D’Amato hanno perso le parole. Fratelli d’Italia da tempo ha depositato una interrogazione in Regione per chiedere spiegazioni circa lo svolgimento dei concorsi Asl ma a quanto pare l’ex segretario nazionale del Pd sta evitando di rispondere, chissà, forse in imbarazzo, dal momento che la stampa rivela che il segretario del Pd si sarebbe fatto carico di intercedere proprio presso la Regione per ottenere una promozione per il suo sodale Rainone. I nostri complimenti vanno a magistratura e forze dell’ordine per l’immenso lavoro svolto per fare chiarezza su quanto accaduto”.
Ma arrivano anche le note da parte del Pd, come quella dell’assessore alla sanità Alessio D’Amato: “Il Servizio Sanitario Regionale e la Asl di Latina si costituiranno parte civile nell’ipotesi di rinvio a giudizio riguardo ai fatti – se confermati – che sta accertando la Magistratura del capoluogo pontino -è quanto scrive l’assessore regionale-. Bene ha fatto la Asl di Latina in accordo con la Direzione Regionale Sanità a revocare il concorso prima degli avvisi di garanzia e dare mandato di sospendere tutte le persone coinvolte. La dottoressa Silvia Cavalli, Direttrice Generale della Azienda Sanitaria Locale, gode del pieno sostegno e ha il mandato di sradicare ogni tentativo di pratiche illegali e di non guardare in faccia a nessuno, dando la massima collaborazione all’Autorità Giudiziaria”.
Si muove con una nota congiunta anche il Pd del capoluogo, rilanciando i valori del partito ma non aggiungendo nulla più sulla vicenda. “Siamo una comunità fatta di tantissime persone che hanno nei valori del Partito Democratico il loro riferimento di elaborazione di idee e proposte, e di agire politico – si legge in una nota firmata dalla segretaria comunale Franca Rieti e dalla capogruppo in consiglio Nicoletta Zuliani– È un momento che viviamo con grande senso di responsabilità perché le tante democratiche e democratici animati da sincera passione politica che compongono il nostro partito, oggi ancor di più devono sentirsi parte di una comunità che si riconosce nel manifesto dei valori del PD e che vogliamo tutelare e valorizzare. Con questo spirito abbiamo fatto tanto per il nostro territorio e tanto continueremo a fare”.